lunedì 7 giugno 2004

L'arco e la freccia

Io sono l'arco che scocca la freccia. Vengo teso, e rimango teso finché l'arciere .. no, finché la freccia si lascia scoccare dall'arciere.


"in questo colpo arco, freccia e bersaglio si intrecciano con l’Io, in modo che diventi impossibile separarli. La freccia scoccata diventa tutta la vita dell’arciere, il bersaglio da colpire è lo stesso arciere".


Per questo non comprendo chi rimanda le scelte all'ultimo minuto: non esiste l'ultimo minuto, ogni successione di minuti e di attimi risale all'indietro, fino al momento in cui la freccia non è ancora impegnata sull'arco, fino a quel momento in cui la freccia si fa prendere dall'arciere perché è arrivato il suo momento per essere scoccata.


Niente avviene "per caso", neanche il caso è padrone di sé stesso. Infiniti piani e dimensioni avvolgono la nostra esistenza, infinite realtà tutte ugualmente reali, tutte ugualmente degne di essere vissute. Un "errore di trasmissione" ogni tanto fa in modo che la nostra immaginazione intravveda una delle infinite altre realtà di cui facciamo parte.


Anche quando la freccia è in volo verso il suo bersaglio. O viceversa.