giovedì 10 giugno 2004

Una giornata felice

Scendevo guidando lungo una piccola strada fiancheggiata da uliveti e vigne. Il sole caldo inondava i campi, e l'aria vibrava di luci e colori quasi estivi, trasportando i profumi della Natura nel pieno dei suoi frutti maturi. Il pensiero, trasportato dall'ambiente magnifico e splendente, percorreva strade luminose, calde, aperte all'infinito verso mondi accoglienti e tranquilli. Tutto sembrava perfetto. Neanche il battito d'ali delle farfalle che volteggiavano a scatti sui papaveri disegualmente distribuiti nei campi poteva alterare quella sensazione di pienezza e di quiete.


"Sono felice" pensai. E nel pensarlo, quella felicità si scioglieva, come una tavoletta di cioccolata fra le dita del bambino che l'ha appena avuta come premio, e non sa bene quale delle sue azioni ringraziare per quel premio inatteso e perciò ancora più gradito.


"Sono davvero felice" risuonava nella mia mente, e mi balzavano davanti agli occhi della fantasia tutte le persone che volevo far partecipare a questa mia felicità, perché di questa stessa felicità erano parte integrante. E mi meravigliavo di non averci mai pensato, non in quei termini, non con la stessa pienezza. E in quel momento mi fu chiaro che la mia vita non apparteneva a me stesso, che non avrei potuto essere davvero quello che ero, senza di loro, senza tutte quelle altre anime che avevo, nel tempo, incrociato, intracciandole in modo del tutto speciale alla mia stessa esistenza.