giovedì 24 giugno 2004

Una zattera

Parole consumate,
parole stanche
in mezzo ad oceani
di tranquilla indifferenza.


Le onde vanno e vengono,
ma non si spostano.
Le lettere compongono
puzzle di carta colorata,
le tastiere scottano,
i video riflettono
(almeno loro).


Silenzi, assenze.
Meglio star soli.
Soli si muore
agli occhi degli altri,
e si rinasce
ogni giorno soli.


Pietà è comprendere
che non siamo diversi.
Scalare muri e montagne
toglie il fiato
e la speranza.


Costruire muri e montagne
è disprezzo,
è odio.


Silenzi, assenze.
La zattera se ne va,
muta,
alla deriva
su un oceano di parole.