giovedì 30 giugno 2005

I cinque sensi

Viaggio sopra un'amante immaginaria, ma non troppo.


Tatto.


Ti bacio l'unghia dell'alluce,

la caviglia,

poi salgo

lungo il polpaccio

e l'interno della coscia

e poi più su,

le mie labbra

a toccar

le tue grandi labbra:

intensa,

breve tortura.

Sfiorandoti la pancia,

attraverso

la curva pianura

sotto cui batte

il tuo adorato cuore.

Le spalle,

il collo:

mi fermo

con un bacio lungo,

un brivido.

La guancia

sento

sotto la mia guancia,

e poi la bocca,

il naso,

il mento tuo:

volo sugli occhi,

sulla fronte atterro,

con le mani leggere

le tue spalle afferro.

Scendono sulla schiena,

approdano al sedere

che tanto ispira

il mio sensual volere.



Olfatto.


L'odore tuo,

gli odori

che da lontane sponde,

da nascosti e sensuali anfratti

ho imparato a conoscere,

entrano nella mente

e successivamente

dalle narici al sangue.

Scavando fra banali e finti

bagnoschiuma

e deodoranti estivi,

trovo le tue fragranze vere,

fortemente ataviche

e m'inebrio

di folle desiderio.



Gusto.


La lingua

ad affamarmi

del tuo corpo

invita:

sull'inguine,

sul collo tenero

e infine fra le dita,

a cogliere sapori

delicati e buoni,

finché la bocca tua

tutti li scioglie

e li rimanda a me,

fra schiume di saliva.



Udito.


Con gli occhi chiusi

e i sensi intorpiditi,

sento la voce tua

che canta

e come una sirena

ogni volta

m'incanta.

Entra nelle mie orecchie

il dolce suono

e scende nella schiena,

a ricordarmi il riso

e le parole

appena sussurrate

nelle sere d'estate:

un'estasi che vibra

e il desiderio accende

d'udire ancora

di te, sopra di me

le onde.



Vista.


Splende il tuo corpo,

come un unico lampo

nella penombra della stanza

e penetrano

le tue stupende forme

ad ammaliarmi le pupille,

a carezzarmi

il desiderio che di te

mi accende.

La luce nei capelli

gioca riflessi

mimetici di amplessi.

Dentro i tuoi occhi

tuffarmi è desiderio

che sale e non si placa,

e torno a guardarti

dal magnifico esterno

del tuo corpo

che promette e nega,

e nella superficie

della tua splendida pelle

il mio desiderio

annega.