giovedì 27 ottobre 2005

Tutto

Tutto morto, finito,

come se non fosse mai esistito.

Piangerai ? io ho già pianto abbastanza,

oppure dimenticherai, credendo

fino in fondo di non aver sbagliato,

di non avermi ucciso, accoltellato.


Tutto finito, morto,

senza pensare a chi ha avuto ragione o torto,

senza poterti accarezzar le mani,

senza considerarci esseri umani,

senza dolore che sta nella memoria,

soltanto brutta fine di una storia.


Fragile ed orgogliosa tu,

troppo deciso io:

rimane il vuoto,

come il rimbombo mesto

di un addio.

sabato 22 ottobre 2005

Passi

Aspetterò che passi.

Tutto sommato,

sono soltanto anni

della mia vita,

sono soltanto battiti

del cuore

quelli che ti ho donato.


Forse più di così

tu non sapevi

volermi bene

e in fondo

chissà se ti conviene.


Aspetterò che il vento

disperda nella nebbia

il tuo profumo

e l'eco dei tuoi passi.


Dedicata
a tutte le donne che ho amato
e che non mi hanno amato.

giovedì 20 ottobre 2005

Uno conosciuto in Internet

Così mi hai chiamato: "uno conosciuto in Internet". Senza dubbio, se stessi scrivendo un verbale di riunione condominiale, io per te sarei "uno conosciuto in Internet". Perché è "" che ci siamo conosciuti, anzi che ho scoperto dove scrivevi e ti ho lasciato un commento, e mi hai risposto, e ... seguono due anni e mezzo di parole fra noi. Ma non solo parole, anche sentimenti: potrei citarne una decina, tutti diversi.


Guarda che differenza: io non ho mai pensato a te, in tutto questo tempo, come ad "una conosciuta in Internet". Semplicemente perché non ti ho mai vista così: per me sei una persona, ma questo concetto di "persona" non sono riuscito, in tutto questo tempo, a farti capire che cosa significa veramente per me. Tu sei un essere umano con il tuo grappolo di pensieri, esperienze, sentimenti, emozioni. Io sono un altro essere umano con altrettanto carico. Condizione diversa è la tenerezza con cui ti ho considerato e il senso di protezione che hai saputo, forse senza volerlo, suscitare in me. Se hai usato quell'espressione, sicuramente non altrettanto conto io nella tua vita, nel tuo modo di viverla e affrontarla.


Le delusioni, come gli esami, non finiscono mai. Se dovessi dare di te una definizione, direi che sei una delle mie più grandi delusioni. Ma non voglio certo confinarti dentro una definizione, non sarebbe degno di me. Resterai là fuori, là dove il tuo modo di essere, e non certo la mia volontà ti hanno ricacciato. Resterai nella nebbia, al freddo. Non sentirò i tuoi lamenti, anzi neanche saprò se sei felice o se piangi. Camminerò frettoloso sul marciapiede opposto, verso la mia casa, consumando la mia vita, senza ulteriormente cercare di intrecciarla con frammenti della tua, senza emozionarmi nel guardare la tua immagine, senza la speranza di poter ascoltare la tua voce, di tanto in tanto. D'altronde, "uno conosciuto in Internet" non può pretendere niente di più, non può sognare.


E' stato bello immaginarti diversamente, sognarti a condividere certe mie passioni, come la scrittura, e vivere le emozioni che ho vissuto. Ma come accade inevitabilmente, la realtà ad un certo punto presenta il conto.


E io resto senza Musa Ispiratrice.

mercoledì 12 ottobre 2005

Il più bello dei mari

Il più bello dei mari 
è quello che non navigammo
Il più bello dei nostri figli
non è ancora cresciuto
I più belli dei nostri giorni
non li abbiamo ancora vissuti
E quello
che vorrei dirti di più bello
non te l’ho ancora detto.
(Nazim Hikmet)


Il mare che non navigammo.
Ricordi quanto abbiamo fantasticato per quel viaggio insieme ? Tu volevi la macchina scoperta, almeno, visto che la moto non ce la potevamo permettere a causa mia. Avremmo costeggiato la Francia del sud, la Costa Azzurra, e poi saremmo entrati in Spagna, fendendo l'aria dell'Andalusia coi nostri cuori sorpresi a sentirsi finalmente vicini ... Un bel giro su una barca di pescatori, su quel mare che luccica e che invita a sognare, ad allungare le giornate estive ... e che non navigammo.


Il figlio non cresciuto.
Me ne parlasti, una volta, di Chiara, la tua figlia futura, immaginata e destinata ad essere semplicemente bella come la madre. Non c'è ancora, chissà. Avrei voluto fartela crescere dentro più di un desiderio. Ma non è stato.


Il giorno non vissuto.
Ormai lo sai, è quello: il 3 dicembre, quando venni alla stazione, quasi a intercettare il tuo passaggio, troppo vicino a me per non tentare. Furono soltanto sei minuti, vissuti insieme in mezzo ad altra gente. Furono l'eternità di un giorno mai vissuto.


Non te l'ho detto.
Forse sì, te l'ho detto: con voce sussurrata, con parole di poeta, col grido solitario delle mie notti insonni, con questo essere dannatamente me stesso, te lo dico ogni giorno. Non te l'ho ancora detto, non ho avuto tempo: ma il tempo non perdona chi non trova il coraggio di viverlo. Non te l'ho ancora detto, non mi hai permesso di parlare: ma di parole forse non c'era bisogno. Ora è il momento, di dirti ciò che non ti ho ancora detto: "ti voglio bene, tanto".

lunedì 10 ottobre 2005

Siamo tutti Poeti

Siamo tutti Poeti

quando amiamo davvero:

costruiamo universi

con il nostro pensiero,

con magnifici versi

sconfiggiamo la Morte,

imploriamo la Sorte

di lasciarci sognare,

ché di "cielo in una stanza"

non ce n'è mai abbastanza.

sabato 8 ottobre 2005

15 ottobre 2017

15/10/2017


Ciao C.


Forse ti starai chiedendo perché ti scrivo questa lettera. Sono passati dodici anni dall'ultima volta che ci siamo scritti: ogni giorno, per più di due anni, erano decine di e-mail fra noi, salvo qualche breve periodo di lontananza.


Ci sono stati momenti di crisi, di profonda incomprensione, incazzature. Ma ci sono stati lunghi periodi di pace, di buon accordo, perfino di amicizia.


Lo dico qui, perché dopo aver letto queste mie parole la penserai diversamente. Non sono parole da amico, quelle che ti sto per dire. Ma neanche da nemico.


Il fatto è che ti ho amato come nessun'altra donna in vita mia. E un sentimento così non finisce in un lampo: semplicemente, non finisce.


Ti ho sognata nella maniera più dolce e appassionata. Diresti che ti ho sognata come non sei, ci scommetto. Ma è proprio questo che non sono riuscito a farti capire. Con la forza del mio amore ho avuto la presunzione di trasformarti in quello che forse non sei, ma che avresti potuto essere. Mi piaceva immaginarmi accoccolato sulla tua pancia a succhiarti dolcemente e crudelmente il seno, come un bambino che assapora il dolce nettare che sgorga dal seno della mamma. Mi piaceva pensare che avrei potuto darti il doppio dell'immenso affetto che desideravi. Avrei potuto massaggiarti quando riposavi dalle fatiche della palestra. Ti avrei osservato danzare a piedi nudi nella penombra della stanza, al ritmo della tua musica preferita. Avrei tuffato i miei occhi nel dolce e aspro colore dei tuoi, ipnotizzandoti d'amore.


Non hai voluto accettare tutto questo. Peggio, non hai voluto capire. Colpa mia, forse, che non ho saputo prendere decisioni diverse da quelle che ho preso.


Oggi i miei figli sono tutti maggiorenni, ed io vivo da solo in un piccolo appartamento mezzo vuoto. E' giusto che sia così, ma è troppo tardi: troppo tardi per ritrovare il mio giusto equilibrio sentimentale, troppo tardi per "rifarmi una vita", troppo tardi per pensare a qualsiasi cosa che non sia semplicemente me stesso, le mie necessità quotidiane, i miei malanni. E qualche piccola distrazione, come la lettura e la musica. Ricordi quante parole abbiamo speso per raccontarci le nostre diverse passioni musicali ? Anche le letture, ma un po' meno. Chissà se poi hai portato a termine quel tuo progetto di coreografia, quel balletto di cui mi mandasti anche una foto. Chissà se alla fine hai trovato quella serenità di sentimenti che disperatamente cercavi, con qualcuno. Non riesco a immaginarti, o forse non voglio più.


Chiudo questa mia inutile ultima lettera mandandoti un caro pensiero, anche se credo che mi odierai più di prima: col tempo, forse, le mie parole ti saranno più comprensibili. Chissà dov'è finito il robottino che ti diedi quel giorno alla stazione ...


Non mi vergogno di firmarmi con una lacrima,


tuo

C.

giovedì 6 ottobre 2005

Epitaffio d'Amore

Davvero ti ho amato,

ma dirlo al passato

mi sembra sbagliato.

lunedì 3 ottobre 2005

Non ti dirò

Non ti dirò parole

che tengo dentro me.


Né scriverò poesie

da dedicare a te.


Custodisco emozioni,

pensieri e sentimenti:


non voglio condividerli

con chi non sa capirli,


chi dice "non li merito"

perché non vuol sentirli.


Richiudo dentro al cuore

qualcosa di prezioso:


te ne ho già fatto dono

in modo delizioso.


Mi adeguo al tuo sentire

ma non cambio il mio ruolo:


se non mi vuoi capire,

me le canto da solo


quelle dolci parole

che ti furono estranee,


espressione del sole,

frutta mediterranee.


Non ti dirò parole,

né scriverò poesie.