lunedì 20 marzo 2006

Barcellona, ti amo

Ho il piacere di pubblicare (con autorizzazione) le impressioni di un'amica appena tornata da un viaggio a Barcellona, città che ho visitato molti anni fa' e che è rimasta nel mio cuore: la amo nello stesso identico modo descritto qui, e quindi ...






Barcellona mi ha fatto innamorare. Innamorare di me.


Barcellona mi ha accolta con un abbraccio tiepido e l'odore del mare, con i colori di Gaudì, le sue atmosfere da fiaba in un mosaico di sfumature, il suo alto sguardo, il suo tendere al suo ottimo anche con la consapevolezza di non riuscire a vederne la realizzazione. Il fatalismo, il destino che non è mai inellutabile, ma in continuo progressivo possibile probabile cambiamento.


Barcellona ti immerge negli artisti da strada della rambla con il suo incedere lento e quasi svogliato, ti trascina docilmente fino al mare, ti regola i ritmi secondo un lento, calmo, sereno passo di mille anni fa'. Ti fa girare intorno, e poi ti assale con il quartiere gotico dove le ampie strade della rambla scompaiono per far posto a viuzze strette, piccole, contorte, inanellate, bizzarre, attraenti, magnetiche e confuse in cui i ristoranti più chic, più esclusivi condividono il marciapiede con le botteghe degli artisti fantasiosi ed eccentrici, dove ti siedi a terra a mangiare i tacos, e alzi lo sguardo che si spezza sulle altissime guglie della cattedrale: che emozione ! ne ho ancora i colori negl'occhi, colore che si intona con i quadri di Picasso che rappresentano appieno il non-sense.


Forse ho amplificato le atmosfere e acceso i colori, forse ho visualizzato in rosa l'oceano increspato e il vociare che non infastidisce.


Barcellona, io ti amo.