domenica 12 marzo 2006

L'importanza di essere ingenuo

Algernon e Jack sono due amici di vecchia data. Il primo abita in città ed il secondo in campagna, ma sovente si incontrano. Entrambi, infatti, vivono una "vita segreta": Algernon finge di avere un vecchio amico malato in campagna, mentre Jack finge di avere un fratello scapestrato in città. Questo espediente permette loro di assentarsi dalle rispettive case e famiglie quando meglio credono.


Jack ama Gwendolen, cugina di Algernon, e vorrebbe sposarla. La donna ricambia il sentimento, ma nasce un problema: Gwendolen è convinta che l'uomo che ama si chiami Ernest. Jack, infatti, si fa chiamare Ernest quando arriva in città con la scusa di visitare il suo fantomatico fratello. Avrà il coraggio di svelare alla donna amata la verità?


La storia si complica quando, con un sotterfugio, Algernon si presenta alla casa di campagna di Jack, e si spaccia per Ernest, il fratello scapestrato di questi. Conosce e si innamora di Cecily, la pupilla di Jack, la quale quindi è convinta di amare un uomo di nome Ernest.


Nessuno dei due uomini è veramente "Earnest" (onesto), né "Ernest", ma forse stavolta vorranno diventarlo.




Oscar Wilde - L'importanza di chiamarsi Ernesto



Sono ingenuo, e me ne vanto. Sotterfugi, bugie dette per ottenere qualcosa non fanno per me. Per colmo di sventura, quando dico qualcosa seriamente, nessuno mi crede. Viceversa, quando mento sapendo di mentire, tutti prendono le mie parole per oro colato. Questo è ridicolo.


Sono ingenuo, ma non sprovveduto. Sono sincero per scelta, non per necessità. Infatti, se voglio, so mentire benissimo. So anche simulare e dissimulare. Soltanto che nella mia vita privata non lo faccio, perché non voglio. Sul lavoro è un altro discorso: a volte mi pagano per dire bugie. Finché pagano bene, posso continuare a dirle. Ma nella mia vita privata, in quella sfera di relazioni e sentimenti che sono solo e soltanto miei, allora no. Neanche se mi pagano. Neanche se mi ricattano. Anche a costo di far male con le mie scomode verità. Senza nascondere. Eh sì, perché spesso nascondere, non dire, equivale a mentire. Anche parlare in ritardo, fuori tempo, è una specie di bugia.


Molti mi odiano per questo. Alcuni mi ammirano. Quasi tutti mi temono. Sono più pericoloso di un pentito di Mafia. Anzi, in un clima mafioso divento una mina vagante. E credo che l'ipocrisia e la mentalità mafiosa vadano a braccetto. L'ipocrisia, quella che pretende di presentarsi con la faccia pulita, quando invece nasconde il marcio più marcio. Quella che ostenta innocenza essendo colpevole.


Così combatto, così mi diverto. Piccole cose ? Che altro c'è di più grande se non la soddisfazione di averla vinta continuando ad essere ingenuo. E sincero con me stesso e con gli altri.