sabato 23 dicembre 2006

Canto della solitudine

Canto la solitudine,
liquida, fredda, sfuggevole,
caotica, solida e calda materia
che conosco a memoria.

In te sono nato, cresciuto,
dei tuoi silenzi m'hai abbeverato:
attese, incomunicabili assurde pretese.
Amici ogni tanto, illusioni.

Canto la solitudine
di chi come me resta solo
nell'anima, solo cercando qualcosa
nell'anima altrui e nella propria.
Faville ogni tanto, effimere bianche visioni.

In me t'ho accolto, ospitato,
ed ora che insieme abbiamo vissuto
gran parte di questo cammino,
se vuoi puoi lasciarmi
oppure restarmi vicino:
ti dono pensieri,
ti do sentimenti,
ti canto, ti sento,
non so fare a meno
di tenerti dentro.

Sei forse il mistero
che sono chiamato a svelare,
l'assurdo da testimoniare
in dolce silenzio.