venerdì 23 febbraio 2007

Una donna

Aveva sogni infiniti e una volontà ferrea di affermare la Giustizia, mia madre.


Aveva un'adolescenza negata, annegata nella Guerra, mentre lavorava in un sottoscala e sorrideva, parlando col suo amico topo che veniva a trovarla in quel groviglio di carte contabili ogni pomeriggio alla stessa ora.


Aveva passato notti a raccogliere cicoria nei campi, perché erano tempi in cui non si trovava nient'altro da mangiare. E altre notti giù nel rifugio, cercando scampo dai bombardamenti che minacciavano una Città che qualcuno aveva definito "Aperta", e non lo era. Altre ancora sul terrazzo a guardare quegli strani fuochi d'artificio, laggiù, oltre l'Aniene, verso San Lorenzo ... Tanto, pensava, era inutile andarsi a nascondere in quel rifugio puzzolente di piscio: se doveva arrivare, la bomba, che arrivasse pure e addio.


Aveva sperato che il mondo potesse essere migliore, dopo la Guerra. Aveva continuato a lavorare fra le scartoffie, senza topi, ma in mezzo a tante iene.


Aveva dato un nome e un volto al suo sogno romantico: quel giovane ragioniere, fregato anche lui dalla Guerra e sbattuto in mezzo alla Vita come orfano, con una dose di ingenuità inferiore alle sue delusioni.


Aveva costruito una Famiglia, così come credeva fosse giusto avere una Famiglia.


Aveva avuto un Figlio, troppo bello e forte e biondo per essere vero. E aveva visto il più cocente dei dolori, non riuscendo a partorirne un altro vivo, come era convinta fosse giusto per lei: una coppia di Figli rende i Genitori più felici.


Aveva cresciuto quel solo Figlio inseguendo il suo Sogno di Perfezione, di Felicità, di Amore, in fondo di Giustizia. Aveva cercato in ogni modo di proteggerlo da ciò contro di cui nessuno può essere protetto: la sua propria esistenza.


Aveva amato gli ideali dell'Uomo che teneva accanto. Ne aveva condiviso le disgrazie e le difficoltà, lottando con tenacia e con dolcezza perché la Famiglia, la sua Famiglia riuscisse a mantenere un'esistenza decorosa.


Aveva visto cambiamenti assoluti, e chissà quante volte aveva ricominciato a rimettere in ordine tutto da capo, silenziosamente.


Aveva, infine, una passione profonda per tutto ciò che è umano, per i sentimenti e l'arte. Non era riuscita ad esprimerlo, questo suo amore, ma l'aveva trasmesso al Figlio.


Il quale cominciò ben presto a scrivere di ciò che aveva dentro ...