venerdì 16 marzo 2007

L'Orizzonte della Coscienza

nobody knows where you are ...

Non mi prenderai, no ! Non mi prenderai. Non corro: potresti notarmi se mi mettessi a correre. Magari sono vicinissimo, magari mi stai guardando in questo preciso momento. Oppure no. Chissà dove mi trovo. Già, perché io mi trovo, mentre tu non mi troverai. A volte ti sembrerà di avermi trovato, a volte l'ombra dei miei passi ti seguirà come un incubo. Ma io no. Nessuna certezza deriva dalla separazione delle coscienze. Io non sono te e tu non sei me. C'è un abisso fra noi, un canyon impraticabile. Eppure mi specchio e ti vedo riflesso, così come tu mi vedi a volte riflesso nel tuo specchio. Credi di avermi capito, sei convinto di riuscire a comunicare con me. Un discorso è qualcosa che coinvolge due persone. Ma sono davvero parti dello stesso discorso, i frammenti che vanno ad incastrarsi uno nell'altro, o che invece stridono ogni volta che si trovano a contatto uno con l'altro. E si spezzano in parti sempre più piccole, fino a riprendere la forma di quelle molecole di sabbia da cui i nostri due specchi furono un giorno costruiti. Ricordi quel vecchio aforisma: quanti granelli di sabbia servono per fare un mucchietto di sabbia ? Non uno di più, né uno di meno. Oppure. Vediamo un mondo preciso e definito laddove invece esitono imprecisioni enormi, tensioni, conflitti irrisolti fra mondo e materia e parti di essa. Tramonta quel sole che ci tiene insieme, e vediamo allungarsi le ombre infinite di noi stessi verso quell'orizzonte della Coscienza, presente e irraggiungibile come i due estremi di un arcobaleno: io da una parte e tu dall'altra. In mezzo, la vita.