domenica 24 giugno 2007

Nessuno sa di noi

Nessuno sa di noi. Ci siamo dati appuntamento al solito posto, quassù in montagna, dove soltanto il nostro amore, rosso di passione, ci scalda in quegli inverni gelati dal vento del nord.

Stavolta sei arrivata prima tu. Ho perso tempo montando le catene. Non quelle che ci stringono ormai da tanti anni, che non mi piace contare ma ricordo. Fuori, la neve è già caduta: ci si affonda alla caviglia e riflette la luce obliqua, e assorbe ogni rumore.

Chissà quante volte le nostre grida sommesse sono arrivate là fuori, a raccontar del nostro amore il piacere estremo, quel lampo nel cielo sessuale degli amanti, che mai ci siamo risparmiati in questo tempo, nel limite del tempo che ci fu concesso.

Salgo le scale, a due a due, come ogni volta. Apri la porta sentendomi arrivare e mi circondi di braccia. E io cado dentro quel dolce nido, affannato e felice.

Tutto è pronto, tutto è rituale eppure ogni volta si rinnova. Hai messo quella biancheria nuova che avevamo comprato insieme -ricordi- il giorno del tuo compleanno, in quel negozio in centro. Adoro i tuoi pizzi e merletti, a volte bianchi a volte in teneri colori, che non nascondono parti di te che già conosco, e che ogni volta con rinnovato ardore amo riscoprire. Amo baciarti. Quella crittografia ritorna e mi riporta ai vecchi tempi, quando eravamo assai impediti nel manifestare il nostro amore.

Chissà se oggi rifaremmo tutto ciò che abbiamo fatto in questo tempo: la gita al lago, quel weekend rubato pieno di pioggia e freddo e caldo amore nascente, l'escursione a fotografare i fiori nei campi lassù, e le pietre scoscese che ci accolsero, donandoci perfino una farfalla un po' "voyeur". E tutto quello che successe dopo.

Ma oggi siamo qui, io e te. Nessuno sa di noi, nemmeno il vento.

(seg.)