lunedì 26 novembre 2007

Parole nel vento

Venere ha gli occhi verdi
e guarda il mare.
Venere ha gli occhi grandi e sogna,
Venere scrive poesie d'amore.
Venere sa e non dice,
Venere aspetta e tace.
Venere a volte piange,
a volte ride
cancellandosi il dolore.
Venere è così come le pare.

mercoledì 21 novembre 2007

Luce

Sarà
come vorremo noi chiamarlo:
e gli altri
non avranno peso,
forma di ombre
senza vita.

Del nostro andare
non c'è più memoria
nei nostri passi,
e i baci sotto gli archi
porteranno
vento d'estate
in fondo a quei cortili
e nelle piazze
ormai
piene di luce.

mercoledì 14 novembre 2007

Accostamenti indebiti

Tante ante
come un armadio
quattrostagioni
che custodisce del mio cuore
i battiti e le soste
mi sogno la durezza
e lì mi fermo.

Poche oche
giusto numero
a guardia
di un'aia piccola
un morso d'universo
le chiude
e s'apre al divenire
dal tramonto
all'alba.

Accostamenti indebiti
per questo inevitabili.

mercoledì 7 novembre 2007

Asparagi, manutenzione della motocicletta e tiro con l'arco

Oh, sì ! Tu sai bene di che parlo. Non c'è automa, per quanto complesso, che sia in grado di rappresentare sé stesso. L'Universo è inconoscibile, nella sua interezza e nella sua profondità più completa. E non solo dagli Esseri Umani. Da Qualunque Essere concepibile. Non mettiamo nemmeno in discussione quella storia ridicola delle "tre dimensioni" ! Anzi, quattro, a sentire quel povero illuso di Albert. Sì, va bene, sono tutte belle teorie che "spiegano" qualcosa, in genere qualcosa di molto utile e interessante. Già, ma "provare interesse" è un sentimento: a volte bello, a volte brutto, ma pur sempre un sentimento. Nulla a che vedere con la Comprensione dell'Universo. Dobbiamo quindi accontentarci, stare al gioco e fingere di aver capito, oppure eternamente disperarci perché non ci è data la possibilità di comprendere ? O infine consolarci per non essere i primi né gli unici in questa desolante situazione ? Non so rispondere. Non chiedermi soluzioni a problemi che potrebbero non esistere. Quello che si è sempre cercato di fare è ... impossibile, e basta. Se fossimo come batteri nel corpo grandissimo di un dio che nemmeno sa chi siamo, la nostra sorte non sarebbe certo migliore, né la nostra capacità di scoprirlo. Nasciamo, a un certo punto diciamo di avere una coscienza, che ci fa agire "liberamente". Magari arriviamo alla morte prima di questo, o prima di aver fatto qualcosa che non sia banale, o al contrario ci arriviamo troppo tardi, quando ormai abbiamo sbagliato ogni pensiero, ogni azione, e abbiamo perso ogni possibile Treno della Salvezza. Immagina. Andiamo al mercato: compriamo gli asparagi. Sono il prodotto piuttosto complesso di una serie di casualità, gli asparagi. E senza dubbio quegli asparagi che compriamo in quel mercato quel giorno, ci sono arrivati per una serie, meno interessante, di stupide casualità. Andiamo a casa (e non apro parentesi) e cuciniamo gli asparagi. Forse più tardi li mangiamo. Dopo mangiato, scendiamo a prendere la motocicletta (niente divagazioni), e ci accorgiamo che bisogna cambiare le candele, o stringere bulloni, o controllare la catena. Finalmente siamo in grado di andare al nostro campo di tiro con l'arco preferito. Abbiamo scelto con cura questa attività ricreativa. Abbiamo speso diverso tempo, di quello che chiamiamo "libero", per ottenere un discreto livello tecnico in questa arte. Ora, prendiamo il nostro arco, posizioniamo la freccia, carichiamo e ... improvvisamente cerchiamo di percepire, come in una folgorazione, il vero significato di tutto questo. E l'unica verità vera a cui riusciamo ad arrivare è simile a quel punto rosso che si trova al centro del bersaglio: anche se questo significato esiste, non saremo mai in grado di raggiungerlo. Troppa maionese sugli asparagi, e tutto l'Universo si sfracella in un istante.

lunedì 5 novembre 2007

Tagliami la gola

Tagliami la gola,
e più mi vuoi
a distruggere
un'amore mai nato:
di violenza un grido.

dedicata a una ragazza troppo ingenua, vittima della solita violenza

giovedì 1 novembre 2007

Vanessa

Vanessa ha vent'anni, e i capelli un po' rossi. Ma non rosso fuoco: rossocastano. Non l'ho vista entrare, in questa metro affollata di fine giornata. Sta seduta di fronte a me. È ben vestita: jeans, camicia elegantina, nera lucida; tiene in mano un giubbino di pelle nera. Ha due borse, nere: una grande, moscia e una più piccola, semirigida. Estrae due libri dalla borsa grande, nuovi, ancora incellofanati. Uno è di grande formato, il titolo ha a che fare con "... MODA". Lo apre, lo sfoglia con curiosità: si vedono foto a colori e in bianco e nero. Lo richiude. Prende l'altro. Non riesce a togliere la plastica che lo avvolge. Annaspa nerovsamente con le dita. Osservo le sue belle mani. Infine riesce ad aprirlo, lo sfoglia, trova la cartolina con cui l'editore chiede di solito alcune notizie al lettore, la accartoccia e la ripone in borsa insieme alla plastica appallottolata.

Ora apre la borsa più piccola e ne estrae un borsino trasparente che contiene dei trucchi. Da un portacipria comincia a ritoccare il viso, con attenzione, controllando il risultato nel piccolo specchietto. Poi passa al mascara. Si sincronizza con le fermate e le ripartenze della metro, per non sbaffare di nero. È il momento dell'eye-liner: una riga sotto, una più corta sopra e gli occhi scuri prendono nuova vita. Infine il gloss lucidalabbra rosa fragola: ecco che le labbra, già morbide e sensuali, brillano di quel colore chiaro e fermo, come se dicessero: baciami.

Poco prima del capolinea, ripone con calma i trucchi al loro posto, nella borsa. Alla fermata, si alza, indossa il giubbino di pelle nera e scende.

Ancora pochi passi e Vanessa è svanita nell'anonima folla che si affanna verso casa.