sabato 18 novembre 2017

La bibliotecaria

La bibliotecaria si è innamorata. Non di un altro uomo. Non di me, ovviamente. Dei libri che di tanto in tanto vado a chiederle in biblioteca. E io della sua allegria, del suo sorriso che sembra vero, dei suoi capelli rossi che sembrano finti, della situazione: io di qua, lei di là del bancone. 

"Buongiorno, avete questo libro?" lo so benissimo che ce l'hanno perché ho controllato sul catalogo online prima di uscire di casa. 

"Sì, glielo prendo subito". 

"Grazie, stavolta sono stato fortunato". 

Roba così, che riempie il nonsense della vita e fa dimenticare tutti gli affanni, gli incubi notturni, l'ombra della Signora che agita la falce e sogghigna ad ogni mio passo.

venerdì 21 aprile 2017

Rette

Questo è l'inizio della novella "La Principessa degli Ulivi" (titolo provvisorio), che costituisce il seguito (qualcuno dice "sequel", ma a me non piace) del racconto "La Regina degli Ivi", che ho già pubblicato. Magari farò qualche piccolo cambiamento, prima della pubblicazione, magari no.
 
1. Rette

"Ci sono rette parallele, che non si incontrano mai. Poi ci sono rette incidenti. che si incontrano una sola volta e basta. Incidenti, appunto. Quasi come gli esseri umani. Ma gli esseri umani non sono rette, sono curve, a volte spirali. Si incontrano, poi si allontanano, poi qualche volta si incontrano di nuovo, sotto angoli diversi. Poi scoprono che forse avevano fatto bene ad allontanarsi, e così via. In ogni caso, non capiscono. I più saggi si rassegnano. Gli altri continuano ad essere dannati, in eterno."

Questo pensava la Regina mentre, affacciata al balcone del Palazzo, guardava lontano, verso il mare azzurro e luccicante, preceduto dalla distesa argentea dei suoi amati ulivi. Forse cercava qualcosa in quell'infinito, forse l'aveva già trovato e aveva soltanto voglia di perdersi.

Alle sue spalle, la piccola Principessa giocava seduta in terra sul pavimento del salone, provvidenzialmente ricoperto con un caldo tappeto di lana a disegni geometrici.

Lui si fermò sulla porta a guardarla giocare, come se fosse la prima volta che la vedeva. Era la sua amata bambina, e ogni volta si meravigliava di tutto ciò che lei faceva spontaneamente: osservarla com'era gli faceva balzare il cuore in petto, ogni volta.

Infine la Principessa si accorse della sua presenza, si alzò e gli corse incontro gridando "Papààà!" come se fossero passati cento anni dall'ultima volta che l'aveva visto. Lui la prese al volo in braccio, mentre lei si dimenava gridando "Lasciami! Lasciami!" ma non voleva essere messa giù.

Silenzi

Restare incatenati
agli altrui silenzi
a volte accade.
E sembra amore,
e invece è solo un po'
di tempo che va via
e non torna.

sabato 15 aprile 2017

Elegia americana nord-coreana

Avranno o non avranno tombe,
forse fosse comuni,
le ossa delle vittime
di questa Nucleare Guerra
che nasce nel cuor dell'Uomo,
quello Cattivo: e n'è più d'uno.

A nulla servirà la voce
del Poeta, a prender le distanze
quando tutto sarà niente,
e il niente unica realtà.

Non cenere sei, né cenere
diverrai, ma polvere radioattiva.
E dal mare la riva,
ombra di morte,
ritornerà nel mare più profondo,
inutile generatore di miracoli,
storia, civiltà e vita.