Scendevi
con passo di danza
sfiorando tappeti di viole
di te silenziosa cantando.
Né piedi, né mani,
né occhi, né bocca
porgevi alla vita,
sognando.
Per aspri dirupi,
per terre e per valli
scendevi ad altri orizzonti.
Cambiando restavi
e restando di te maturavi
dolcezza di frutti dorati.
Soltanto la sera
tornava a trovarti
a sorprenderti
ladra di rose.