Forse in quel sogno io non avevo questo corpo, ma uno più giovane e provvisto di più muscoli inutili. Forse tu avevi un carattere meno permaloso e gelido. Però eravamo molto vicini, e ci abbracciavamo, e ci dicevamo senza dirle tutte quelle cose che ci fanno piacere. E ci facevamo crescere dentro il piacere, l'un l'altra.
E mi perdevo su quelle labbra, dentro quegli occhi, sopra e dentro quel corpo tenero e dolce, vicino a quell'anima che ogni volta mi incanta e mi cattura. Nessun altro potrà mai capire.
Ero il sole che ti carezza la pelle e ti bacia le labbra, ero il sussurro del vento che scavalca "barriere e confini costruiti per essere distrutti", ero acqua che disseta "sete di arsure lontane", ero "il cristallo della spuma delle onde che irrompe al cielo", ero "la salsedine che crea disegni sulla spiaggia dell'ultima mareggiata e che adesso si arde al sole e ricorda onde passate".
Tutto questo io lo chiamo Amore, e tu, Amore, quel sogno come lo chiami ?