Ho rivissuto sentimenti che credevo ormai sepolti e lontanissimi, ho gioito e sofferto, ho cambiato il mio modo di vedere il mondo, sono stato deriso, umiliato, ho bevuto l'amaro calice dell'ipocrisia senza poter reagire, sono stato quasi inghiottito dagli abissi dell'indifferenza.
Ma non sono stato annientato. Ho combattuto la mia battaglia fino in fondo, con tutto me stesso. Ho perso, ma sono vivo. Per salvarmi, ho ucciso quanto di più caro avevo avuto in dono dalla sorte: un sogno. Ero stato messo con le spalle al muro e ho reagito con la zampata fatale, quella che in altri tempi mi ha portato a cambiare vita, a ricominciare dal nulla.
Ho perso, ma non ho perso me stesso. Ho perso, forse rimpiango e rimpiangerò ancora per qualche tempo, ma senza rimorsi.
Riparto. Chiuso, duro, incomprensibile e incompreso come al solito. Alla conquista del mio futuro, o di quello che mi resta da vivere.