venerdì 31 marzo 2006
Il primo e l'unico
il primo fra i tuoi pensieri,
l'unico nel tuo cuore.
Se ti amo, sarai
la prima nei miei pensieri,
l'unica nel mio cuore.
giovedì 30 marzo 2006
Il vento nei capelli
pensavo di non essere più innamorato:
e quanto mi sbagliavo !
Il vento nei capelli,
nuvola d'oro mi venivi incontro,
e non volevo, e non sapevo dirti.
Come una sigaretta,
accesa e dopo spenta
come la maledetta
emozione dentro, violenta
che spegnersi non vuole
e se si spegne, duole.
Ne abbiamo preso
di sole, e tanto vento,
il mare a testimone
del mio sentimento
che non volevo, e non sapevo dirti.
Il vento nei capelli,
nuvola d'oro
sei rimasta dentro,
come un tesoro che si non scioglie al vento.
lunedì 27 marzo 2006
Autostrade
molto spesso compagne di viaggi
che del "viaggio" frammenti si fanno.
Autoradio che cantano piano,
quei chilometri di solitudine
accompagnano quasi per mano.
Occhi e fari: la nebbia dirada.
Con la mente si affrontan le curve,
con il cuore si tiene la strada.
mercoledì 22 marzo 2006
Infanzia bruciata
adulti in un lampo,
maturi senza scampo:
sogno di vita regalato al vento.
martedì 21 marzo 2006
Aforisma della Timidezza
lunedì 20 marzo 2006
Barcellona, ti amo
Barcellona mi ha fatto innamorare. Innamorare di me.
Barcellona mi ha accolta con un abbraccio tiepido e l'odore del mare, con i colori di Gaudì, le sue atmosfere da fiaba in un mosaico di sfumature, il suo alto sguardo, il suo tendere al suo ottimo anche con la consapevolezza di non riuscire a vederne la realizzazione. Il fatalismo, il destino che non è mai inellutabile, ma in continuo progressivo possibile probabile cambiamento.
Barcellona ti immerge negli artisti da strada della rambla con il suo incedere lento e quasi svogliato, ti trascina docilmente fino al mare, ti regola i ritmi secondo un lento, calmo, sereno passo di mille anni fa'. Ti fa girare intorno, e poi ti assale con il quartiere gotico dove le ampie strade della rambla scompaiono per far posto a viuzze strette, piccole, contorte, inanellate, bizzarre, attraenti, magnetiche e confuse in cui i ristoranti più chic, più esclusivi condividono il marciapiede con le botteghe degli artisti fantasiosi ed eccentrici, dove ti siedi a terra a mangiare i tacos, e alzi lo sguardo che si spezza sulle altissime guglie della cattedrale: che emozione ! ne ho ancora i colori negl'occhi, colore che si intona con i quadri di Picasso che rappresentano appieno il non-sense.
Forse ho amplificato le atmosfere e acceso i colori, forse ho visualizzato in rosa l'oceano increspato e il vociare che non infastidisce.
Barcellona, io ti amo.
sabato 18 marzo 2006
La Pazienza
Quando ci si accorge di quello che è accaduto, è troppo tardi !
venerdì 17 marzo 2006
Sono uscito
Sono uscito. Non ci sono per nessuno.
Ero uscito di casa per questo; percepire il frammento di un silenzio come dolore, o il buio, che confonde dopo un improvviso bagliore, e poi scivolare di nuovo nella luce consueta. Il risveglio da un sogno, per un secondo, per poi riaddormentarsi e continuare a sognare. Dal momento del risveglio per la paura, lasciare che un inciampo nella regolarità del battito cardiaco rifluisca nella consueta regolarità o lasciar sfuggire l’istante di un bacio lontano in uno sguardo, nell’abituale solitudine senza corpo.
(Thomas Strittmatter).
lunedì 13 marzo 2006
La scadenza
quasi volesse essere un incendio
che tutto brucia e tutto
sulla propria via divora.
Non sente ragione
né vuole aver padroni:
non vede il suo domani,
non chiede del suo ieri,
vive nell'oggi e luce
consuma quanta ne produce.
Arriva inevitabilmente un muro,
un'ostacolo, un fiume, una montagna:
s'arresta il fuoco e non sa dove andare.
Soffoca e grida e poi con alte fiamme
cerca sopravvivenza
trovando invece solo la scadenza.
domenica 12 marzo 2006
Il bacio della buonanotte
Troverai un altro, magari in una chat notturna, che non ti farà sentire sola, "amante in un angolo". Forse troverai perfino chi ti dà il bacio della buonanotte (io non ne ho mai dati a nessuna), chi guarda con te le vetrine (a me non piace lo shopping).
Il libro e il disco che avevo preso per te, insieme coi cinque CD con la musica che ti avevo preparato finiranno in un cassonetto della spazzatura.
Lo stesso cassonetto in cui tu hai gettato per sempre il mio cuore e in cui ho gettato il tuo, solo per un istante.
Dentro me stesso
a ricordar chi ho amato.
E non rallento il passo:
chi guarda non vedrà
le lacrime che bruciano,
nessuno sentirà
le urla silenziose
che straziano il dolore
fra notti di follia
e giorni vuoti e vani.
Ricorderò domani.
L'importanza di essere ingenuo
Algernon e Jack sono due amici di vecchia data. Il primo abita in città ed il secondo in campagna, ma sovente si incontrano. Entrambi, infatti, vivono una "vita segreta": Algernon finge di avere un vecchio amico malato in campagna, mentre Jack finge di avere un fratello scapestrato in città. Questo espediente permette loro di assentarsi dalle rispettive case e famiglie quando meglio credono.
Jack ama Gwendolen, cugina di Algernon, e vorrebbe sposarla. La donna ricambia il sentimento, ma nasce un problema: Gwendolen è convinta che l'uomo che ama si chiami Ernest. Jack, infatti, si fa chiamare Ernest quando arriva in città con la scusa di visitare il suo fantomatico fratello. Avrà il coraggio di svelare alla donna amata la verità?
La storia si complica quando, con un sotterfugio, Algernon si presenta alla casa di campagna di Jack, e si spaccia per Ernest, il fratello scapestrato di questi. Conosce e si innamora di Cecily, la pupilla di Jack, la quale quindi è convinta di amare un uomo di nome Ernest.
Nessuno dei due uomini è veramente "Earnest" (onesto), né "Ernest", ma forse stavolta vorranno diventarlo.
Oscar Wilde - L'importanza di chiamarsi Ernesto
Sono ingenuo, e me ne vanto. Sotterfugi, bugie dette per ottenere qualcosa non fanno per me. Per colmo di sventura, quando dico qualcosa seriamente, nessuno mi crede. Viceversa, quando mento sapendo di mentire, tutti prendono le mie parole per oro colato. Questo è ridicolo.
Sono ingenuo, ma non sprovveduto. Sono sincero per scelta, non per necessità. Infatti, se voglio, so mentire benissimo. So anche simulare e dissimulare. Soltanto che nella mia vita privata non lo faccio, perché non voglio. Sul lavoro è un altro discorso: a volte mi pagano per dire bugie. Finché pagano bene, posso continuare a dirle. Ma nella mia vita privata, in quella sfera di relazioni e sentimenti che sono solo e soltanto miei, allora no. Neanche se mi pagano. Neanche se mi ricattano. Anche a costo di far male con le mie scomode verità. Senza nascondere. Eh sì, perché spesso nascondere, non dire, equivale a mentire. Anche parlare in ritardo, fuori tempo, è una specie di bugia.
Molti mi odiano per questo. Alcuni mi ammirano. Quasi tutti mi temono. Sono più pericoloso di un pentito di Mafia. Anzi, in un clima mafioso divento una mina vagante. E credo che l'ipocrisia e la mentalità mafiosa vadano a braccetto. L'ipocrisia, quella che pretende di presentarsi con la faccia pulita, quando invece nasconde il marcio più marcio. Quella che ostenta innocenza essendo colpevole.
Così combatto, così mi diverto. Piccole cose ? Che altro c'è di più grande se non la soddisfazione di averla vinta continuando ad essere ingenuo. E sincero con me stesso e con gli altri.
venerdì 10 marzo 2006
Sette giorni
da una speranza.
L'attesa di una gioia
non è mai abbastanza.
Si consumano i minuti
come fossero emozioni.
Vivo e non vivo:
mi meraviglio e penso.
Il fuoco brucia
e non consuma il cuore.
Aspettami, io ci sarò.
martedì 7 marzo 2006
Guarir da questa pena
sbattuto dalle onde.
Col cuore in quarantena,
non so guarir da questa pena.
E non vorrei.
Estasi e pene
prima ch'io possa
infilare un pezzo della mia carne nella tua.
Passeranno eterni
quei minuti in cui
ti farò sentire quel tuo godimento smisurato.
Resteremo fermi
a guardare il cielo
a chiederci se è veramente vero.
Con inchiostro d'amore
traccerò sulla tua pelle
schizzi di candido stupore e gioia.
Estasi e pene.