Correva con la macchina su quella strada ghiacciata, senza neanche pensare al pericolo. Notte. Il diffuso chiarore della luce lunare scendeva lento e sembrava far rabbrividire una natura già fredda. Lontana, notò una curva, a sinistra. Non poteva frenare: provò a immaginare la traiettoria e calcolò che andava un po' troppo forte, per quella curva. Nonostante questo, mantenne l'andatura fino all'inizio della curva. I fari illuminavano di bianco effimero il bianco permanente della neve ghiacciata nei prati circostanti. I rami degli alberi sembravano stecche di alabastro screziate di opale.
Accelerò decisamente: il sottile strato di ghiaccio cedette sotto la spinta e il peso dell'auto. Le gomme afferrarono stretto l'asfalto, imprevedibilmente.
Uscito da quella curva, all'improvviso frenò, sterzando bruscamente a sinistra. Appena smorzato il testa-coda, di traverso alla strada, ripartì dritto è si tuffò nel canale che fiancheggiava la strada, anch'esso mezzo ghiacciato.
Davvero un bel tuffo. Nessuno lo avrebbe ritrovato, fino al mattino.
Infatti la sveglia arrivò puntuale. Almeno, però, il sogno stavolta era giunto alla fine.