Non da queste parti
passa quel raggio
e illudersi ormai
è un'abitudine:
svelta come arriva
assapora un ricordo.
venerdì 29 febbraio 2008
giovedì 28 febbraio 2008
Anatomia di un amore
Prima assonanze
seguite da speranze.
Innamorati
da un lago
dell' 11 maggio
fino al sogno
di una notte
di mezze statue.
Frequenze assenze
parole tante
essemmessenze
coccole carezze
e altre tenerezze.
Futuro incerto
rosellina nel deserto.
seguite da speranze.
Innamorati
da un lago
dell' 11 maggio
fino al sogno
di una notte
di mezze statue.
Frequenze assenze
parole tante
essemmessenze
coccole carezze
e altre tenerezze.
Futuro incerto
rosellina nel deserto.
mercoledì 27 febbraio 2008
lunedì 18 febbraio 2008
Cani Sciolti
Il mio tempo lo brucio così, a far niente. Te lontana, malata, forse, di questa lontananza. Ma non vuoi che venga a trovarti. Un tavolo di legno, scuro, ma non così scuro come quello di mia nonna su cui consumavo, la domenica, pomeriggi della mia infanzia senza senso.
I rumori giungono attutiti dalle finestre chiuse. Il sole irrompe nella stanza e illumina il pavimento bianco. Il gocciolio del bagno mi tiene compagnia cantando i suoi secondi persi nel nulla dello scarico.
Il passaggio del pullman, nella via principale, segna un'orario ben preciso, il cui dettaglio mi sfugge. Domani mattina troverò il ghiaccio sul parabrezza della macchina, e perderò tempo a sbrinarlo.
Devo arrivare presto in ufficio, domani: ma l'ha chiesto il capo. Ma non m'importa granché, non ho da far carriera, ormai. Chissà se arriverò un giorno alla pensione. E poi, chissà che rimane da fare, quando uno se ne va in pensione.
Intanto resto qui, coi miei pensieri come cani sciolti a mordermi la gamba. Raggio di sole e incomunicabile silenzio intorno. Darò un po' d'acqua a quella rosellina, che mi guarda dal suo piccolo vaso, e tace.
I rumori giungono attutiti dalle finestre chiuse. Il sole irrompe nella stanza e illumina il pavimento bianco. Il gocciolio del bagno mi tiene compagnia cantando i suoi secondi persi nel nulla dello scarico.
Il passaggio del pullman, nella via principale, segna un'orario ben preciso, il cui dettaglio mi sfugge. Domani mattina troverò il ghiaccio sul parabrezza della macchina, e perderò tempo a sbrinarlo.
Devo arrivare presto in ufficio, domani: ma l'ha chiesto il capo. Ma non m'importa granché, non ho da far carriera, ormai. Chissà se arriverò un giorno alla pensione. E poi, chissà che rimane da fare, quando uno se ne va in pensione.
Intanto resto qui, coi miei pensieri come cani sciolti a mordermi la gamba. Raggio di sole e incomunicabile silenzio intorno. Darò un po' d'acqua a quella rosellina, che mi guarda dal suo piccolo vaso, e tace.
sabato 9 febbraio 2008
Altro
Mi capita di cominciare e poi lasciare lì, tutto in sospeso. Mi piace.
Meglio ancora se mi chiedono di continuare. Chiudo il quaderno e non ci penso più.
C'è altro, c'è altro !
Meglio ancora se mi chiedono di continuare. Chiudo il quaderno e non ci penso più.
C'è altro, c'è altro !
martedì 5 febbraio 2008
Ho fatto tardi
"Ho fatto tardi. Oggi, fra Carnevale e pioggia ..." scrollandosi di dosso un po' di gocce che erano rimaste impigliate sul suo giaccone ormai tutt'altro che impermeabile, pronunciò quella frase in tono convincente, pur sapendo che non diceva il vero. Infatti, mentre faceva colazione, a casa sua, da solo, si era attardato a leggere un altro capitolo di quel romanzo di Pirandello, che tanto si addiceva ad una certa sua situazione attuale.
Adriana era pronta, come ogni mattina, per essere accompagnata a scuola. Oggi però, senza zaino né merenda, poiché a scuola c'era la festa del Carnevale.
Quante volte ricordava di averlo odiato, il Carnevale, perché veniva a piazzarsi come Festa dell'Allegria Obbligatoria in un periodo dell'anno in cui lui stava regolarmente male. E non erano soltanto mali di stagione: un anno fu il morbillo, un altro una grave delusione d'amore, e poi ... e poi ... chi se le ricordava, quelle altre volte in cui maledisse il Carnevale, portatore di tristezza e sventure ! (cont.)
Adriana era pronta, come ogni mattina, per essere accompagnata a scuola. Oggi però, senza zaino né merenda, poiché a scuola c'era la festa del Carnevale.
Quante volte ricordava di averlo odiato, il Carnevale, perché veniva a piazzarsi come Festa dell'Allegria Obbligatoria in un periodo dell'anno in cui lui stava regolarmente male. E non erano soltanto mali di stagione: un anno fu il morbillo, un altro una grave delusione d'amore, e poi ... e poi ... chi se le ricordava, quelle altre volte in cui maledisse il Carnevale, portatore di tristezza e sventure ! (cont.)