Si chiamava in un altro modo, ma tutti la chiamavano Cenerentola, tanto che aveva ormai dimenticato il suo nome vero.
Conduceva una vita "normale", per certi versi "tranquilla", specie quando riusciva a lasciar perdere un certo "passato".
La sera, però, si concedeva un lusso. Quasi tutte le sere. Dopo cena. Lasciandosi tutto alle spalle (lavoro, casa, e la giornata intera), si sedeva davanti al PC e cominciava le sue "chat". Nessuna particolare "avventura", tutte persone che conosceva bene, anche "in real life". La maggior parte vivevano lontano, quindi l'unica posssibilità di parlarci e di scambiare le proverbiali "quattro chiacchiere" era la chat. Molto meglio che il telefono, per la simultanea comunicazione con diversi soggetti, molto più economico, oltretutto.
Così Cenerentola, salita sulla sua Zucca-Carrozza-PC andava al ballo del Principe, dove poteva incontrare i suoi altrettanto magici amici e amiche: c'era chi raccontava della giornata che faticosamente volgeva al termine, chi cercava conforto dal "mal d'amore" che, si sa, quando non è ricambiato è quasi peggio del mal di denti, chi semplicemente commentava i fatti del giorno, vicini o lontani che fossero.
E così il tempo passava. Ma Cenerentola non dimenticava che cosa le aveva detto la sua Fatina: ricorda che allo scoccare della Mezzanotte tutto questo sparirà, e tornerà la monotona realtà di sempre: piatti da lavare, spesa-pranzo-cena da organizzare, il lavoro l'indomani, il partner sempre più odioso e odiato... Soltanto un particolare rendeva questa "scadenza" diversa da quella della famosa favola: la Fatina, e con lei Cenerentola, sapevano che l'incantesimo si sarebbe spezzato alla Mezzanotte "GMT", ossia del Meridiano di Greenwich ! In altre parole, Cenerentola iniziava la sua "ritirata" alle 23 ora locale e non a mezzanotte.
Quella sera, come tutte le altre volte, Cenerentola alle 23 spense il PC e andò a dormire, non senza aver riempito di baci i suoi interlocutori.
La scarpetta di cristallo, virtuale come il resto, rimane lì ad aspettarla, domani, non oltre le 23.