lunedì 31 maggio 2004

Calor

Quando fa caldo, in genere, mi sento bene.


Sì, va bene, quando fa caldo sudo. Basta qualche doccia in più per tenere il fenomeno sotto controllo.


Però mi piace. C'è più luce, mi sento meno costretto dentro gli innumerevoli strati di vestiti che inevitabilmente mi proteggono quando fa freddo. Sono perfino più ottimista e ben disposto verso gli altri. Mi passa la voglia di lavorare, ma .. è forse un problema ?


Quando fa caldo, non rimpiango la stagione fredda, mentre nei mesi freddi aspetto con una certa ansia il ritorno del bel caldo.


L'Estate, "La bella estate", come direbbe Cesare Pavese. Il sole a picco, la Natura che respira piano per non disperdere quel poco di fiato che resta impigliato, fra naso e polmoni. Cicale. Canti di stormi di uccelli al tramonto. Urla di rondini. Il mare, scintillante mobile specchio dell'umano divenire.


Ma anche la Primavera, quando fa il suo dovere, è una stagione che adoro. La crudele Primavera, che ogni anno mi ricorda che sono più vecchio di un anno, e ogni anno pretende il suo tributo di emozioni, extrasistole, novità e passioni. Senza dubbio, la mia stagione.


E che dire poi dell'Autunno, il dolce Autunno, con i suoi morbidi colori, con il suo calore calante, un po' nostalgico, forse .. Attesa e transito, graduale, inarrestabile cambiamento ..


L'unico che non sopporto, anzi che sopporto, è il gelido Inverno, con la barba bianca di ghiaccio e neve, col suo alito tremendo, che stende chi non si sente abbastanza vivo da affrontarlo a viso aperto. Vorrei andare in letargo, e non posso. Non voglio arrendermi a questa stagione ostile, e cerco di attraversarla guardando la flebile luce che mi segnala l'inevitabile arrivo della mia Primavera ..


E tutto continua ..

sabato 29 maggio 2004

Ho fatto un sogno

Ho fatto un sogno, un sogno d'Amore.

Forse in quel sogno io non avevo questo corpo, ma uno più giovane e provvisto di più muscoli inutili. Forse tu avevi un carattere meno permaloso e gelido. Però eravamo molto vicini, e ci abbracciavamo, e ci dicevamo senza dirle tutte quelle cose che ci fanno piacere. E ci facevamo crescere dentro il piacere, l'un l'altra.

E mi perdevo su quelle labbra, dentro quegli occhi, sopra e dentro quel corpo tenero e dolce, vicino a quell'anima che ogni volta mi incanta e mi cattura. Nessun altro potrà mai capire.

Ero il sole che ti carezza la pelle e ti bacia le labbra, ero il sussurro del vento che scavalca "barriere e confini costruiti per essere distrutti", ero acqua che disseta "sete di arsure lontane", ero "il cristallo della spuma delle onde che irrompe al cielo", ero "la salsedine che crea disegni sulla spiaggia dell'ultima mareggiata e che adesso si arde al sole e ricorda onde passate".

Tutto questo io lo chiamo Amore, e tu, Amore, quel sogno come lo chiami ?

venerdì 28 maggio 2004

Ieri, Oggi e Domani

Sono uno che ha sempre avuto urgenza del "domani", ha vissuto intensamente i suoi "oggi", ha guardato con razionalità al suo "ieri" !


Se morissi ora ? non mi chiederei più niente, non avrei più tempo !


Da quando avevo 16 anni e sono uscito da quell'ospedale ho vissuto come se dovessi davvero morire stanotte ..


però non sono sicuro di essere un buon esempio di come si dovrebbe vivere !!

Meglio

Oggi è meglio tacere.


Domani è un altro giorno. (Scarlet O'Hara - Gone with the wind)

giovedì 27 maggio 2004

La tua più lunga canzone

Ricevendo un messaggio da una mia vecchia amica, ho risposto:


il mondo magico della parola purtroppo stenta a volte a
trovare la via dell'espressione: siamo tutti (io per primo)
troppo pressati e stressati da incombenze quotidiane,
casini grandi e piccoli, pensieri e doveri ..


e così finisce che "dimentichiamo" le cose più vere e
durature, come l'amicizia e gli amici .. no, non
dimentichiamo, semplicemente "mettiamo in coda" alle altre
cose: così passano i giorni e ci troviamo a chiederci:
"
quando è stata l'ultima volta che ho ascoltato la voce,
che ho letto le parole di quel mio amico/a ??
"


meno male che ogni tanto arriva una "folgorazione", una
sollecitazione, un evento piacevole (come questo tuo
messaggio) a ricordarci che la vita esiste anche ad un
livello più "alto", più umano oserei dire di quello che ci
assorbe e ci assilla tutti i santi (o maledetti) giorni !


io personalmente trovo un po' di sfogo facendo finta di
fare lo scrittore (di articoletti, poesiole ed altre
amenità), andando ad impinguare quel fenomeno chiamato
"blog" ..


poi ogni tanto scendo di nuovo con i piedi per terra e
chiedo a questa mia esistenza altre conferme, altre più
tradizionali soddisfazioni: una cena da Alberto, una gita
fuori porta con i bambini, un vecchio amico/a che torna a
farsi vivo ..


e si ricomincia: a creare casino intorno a sé, a cercare di
passare il meno inosservato possibile in questo mondo che
non sa prendersi in giro, a cercare di aiutare chi ci
sembra in difficoltà, in fondo .. a sognare, perché "la
vita è sogno", o come dicevo in una mia vecchia canzone:
"perché la vita è solo la tua più lunga canzone"

























mercoledì 26 maggio 2004

Considerazione

Considerare vuol dire: "pensare guardando le stelle" (letteralmente, dal latino: "cogitare", pensare + "sidera", stelle).


Se ci fermassimo più spesso a considerare, il mondo andrebbe avanti molto meglio ..

Quello strano punto di rosso


Luce calda di un tramonto
fra antichi palazzi,
quello strano punto di rosso ..
Raggio di sole,
i tuoi occhi color cioccolata,
parole ..
Gente su quei vecchi gradini,
turisti, bambini ..
e quello strano punto di rosso,
tramonto,
stasera mi sento
l'amicizia addosso.















martedì 25 maggio 2004

Foglie

Misere spoglie,
come ombre,
come giovani foglie
appena sbocciate,
cadranno
il prossimo autunno,
ma ora non sanno
o non vogliono ancora sapere.
Marciapiedi sporchi e mercati
dove si scambiano effimeri gesti,
speranze, illusioni.
A volte canzoni.












lunedì 24 maggio 2004

2017

Oggi è il 14 ottobre 2017, sabato. Tutto è pronto per la festa: Adriana compie 18 anni. Abbiamo organizzato tutto in casa, come al solito. Pochi parenti, qualche amico, poi la "sua" festa la farà stasera, in un locale, coi "suoi" amici. Senza interferenze nostre: è stato difficile convincere F. che la sua "piccolina" ormai sa muoversi nel mondo crudele e pieno di tranelli che le stiamo lasciando in eredità.


Minaccia pioggia. Sarebbe un peccato che la pioggia ci costringesse a tirare al coperto questi tavolini con le loro bianche tovaglie di carta, queste sedie spaiate messe insieme per l'occasione, questi piatti e bicchieri di plastica che cercano di prendere il volo ad ogni colpo di vento. Sarebbe comunque divertente. Adriana ha impiegato più di un'ora stamattina per decidere quale vestito indossare, se completarlo con un cappello, e poi le scarpe, il trucco: vuole sembrare bellissima, e non sa che non ha bisogno di un aiuto per questo.


Mi muovo in silenzio fra i tavoli. Non c'è ancora nessuno. Sorveglio che tutto resti al suo posto, e mi chiedo: "io sono al mio posto ?". Niente e nessuno che mi risponda. Un leggero soffio di vento sembra spingermi da un lato, poi dall'altro. Pochi insetti sono sopravvissuti a questo inizio di autunno, così dolce e così deciso, quest'anno. Come quel 14 ottobre 1999, quando un batuffolo rosso dormiva dietro ai vetri della nursery.


Sento delle voci che si avvicinano: stanno arrivando. Meglio sparire dal lato posteriore. Tornerò più tardi e prenderò sotto braccio Adriana, la mia Adriana, sussurrandole all'orecchio: "vecchietti, eh ?". Solo per vederla arrossire un momento.


giovedì 20 maggio 2004

Sorellina

La giornata era calda, nonostante fosse quasi autunno.


Avevo finito di addentare il solito pezzo di pizza a taglio ed ero uscito sul marciapiedi davanti alla pizzeria, aspettando che i miei colleghi mi raggiungessero. Via email mi ero messo d'accordo con la mia "sorellina" che l'avrei chiamata a quell'ora. Ero un po' emozionato, perché era la prima volta che la chiamavo. Sì, va bene, ci eravamo conosciuti via web, ed eravamo subito entrati in sintonia, ma in fondo un po' di diffidenza rimane sempre. E se poi non fosse stata quella persona solare che pensavo di conoscere ? Perché mi chiamava "fratellino" ed io "sorellina" ? solo perché eravamo ambedue figli unici ed avremmo voluto avere rispettivamente un fratello e una sorella con quel carattere ? Certe cose, accadono così raramente che, quando accadono, sembrano troppo belle per essere vere. Specie ad un pessimista cronico come me.


Insomma, chiamai quel numero. Mi rispose una bella voce armoniosa con un bel "ciao !". Non ricordo esattamente che cosa ci siamo detti, ma ricordo molto bene la situazione emotiva. Eravamo ambedue molto contenti di quel "contatto" e sentivamo di non esserci ingannati. Non credo di aver fatto molto caso ai miei colleghi che uscivano dalla pizzeria. E non potevo neanche prevedere che nel giro di un mese o poco più quella stessa voce mi avrebbe salvato la vita. Non avevo più dubbi: era la mia sorellina.

martedì 18 maggio 2004

Pausa caffè

Usciva sempre un po' sul tardi, verso le due e a volte anche dopo.. Camminava facendosi largo fra la folla di pedoni che a quell'ora intasavano il marciapiedi di quella strada piena di uffici. Persone che divoravano il loro pasto in piedi, camminando: pizza, panini, coppe di gelato o coni. La voracità sembrava aver assorbito ogni anfratto delle loro vite, ogni minuto secondo delle loro giornate sempre uguali e sempre più vuote di significato.
La TV rimbalzava notizie terribili e roboanti, echi di guerre lontane, abbastanza ma non tanto, polemiche, interminabili discussioni, e spettacoli futili, fatti apposta per far perdere la testa alla gente, volgari, pettegoli e vuoti, dello stesso vuoto che si andava infiltrando fra le incombenze quotidiane e le piccole angosce giornaliere di quelle persone.
Carlo camminava fra loro, cercando di non urtarle e di non restarne travolto. Il caldo di quelle giornate era arrivato dopo un'interminabile sequenza di brutto tempo, di pioggia, di vento freddo sbattuto sulla faccia e sul cuore.


Finalmente Primavera. Respirava l'alito delle foglie, degli alberi, ancora troppo poco tiepido. Si scaldava camminando a passo svelto con l'aiuto dei raggi del sole. Tuffò lo sguardo in quel cielo improvvisamente azzurro chiaro, di un celeste quasi turchese, irreale, appena immemore del grigio che solo ieri sembrava occupare tutta la volta celeste. Come i suoi occhi, pensò, che diventavano quasi grigi nei giorni di brutto tempo, e tornavanmo a splendere di quell'azzurro chiaro in Primavera, in Estate, in ogni giorno che lasciasse intravedere la meravigliosa bellezza del cielo più profondo animato da un sole accecante. Entrò nel solito bar, pagò ed ordinò il solito caffè, amaro ma con un cucchiaino di panna. Il solito barista lo accolse col solito sorriso cordiale, servì il caffè, avvicinò la coppetta della panna dopo averla riempita, quindi si dedicò al prossimo cliente. Carlo consumò il caffè, uscì di nuovo in strada, prendendo la via del ritorno. Ancora una volta quel rito si era svolto senza intralci, senza novità e senza scosse. Attraversò di nuovo la folla, stavolta un po' diminuita a causa dell'ora. Ogni pensiero sembrava svanito, come diluito in quell'azzurro, in quell'aria, in quella Primavera che sembrava non sarebbe mai finita.



A volte ritornano

I miei "vecchi" lettori saranno piuttosto sorpresi .. Non tutti avevano compreso a fondo i motivi per cui avevo chiuso quel (questo) blog, che poi sono gli stessi per cui ho cambiato pelle. E non starò qui a rinvangare.


Sta di fatto che adesso mi è tornata voglia di farvi assaggiare un "tuffo al cuore" ogni tanto, e così sono tornato. Il primo tuffo è già il mio ritorno. Domani si vedrà. Non prometto nulla, però stavolta cerco di impegnarmi.


Un abbraccio a tutti quelli/e che mi vogliono bene davvero.

sabato 15 maggio 2004