giovedì 12 gennaio 2006

Febbre.



Sono qui in questo pomeriggio e ti so a letto con la febbre. Sfogo la mia impossibilità a starti vicino fisicamente, a prepararti qualcosa di caldo quando ti vorrai alzare con la testa ronzante, un po' spossata dalla malattia ma vitale come sempre. Ti scrivo e la mia immaginazione corre, la mia anima è lì con te e ti guarda mentre cerchi di riposare. Ecco, ora ti sei un po' assopita; io sistemo un po' per casa, cercando di non far rumore per non svegliarti; cerco anche di tener occupati i bambini (... i tuoi ? i miei ? i ... nostri ??? il mio sogno non lo dice ...), fra compiti, giochi e altre attività, cercando di placare le loro piccole ansie per te che stai poco bene.

Lentamente cala la sera: ti svegli piano, hai sete: ti porto da bere e ti do un bacio sulla fronte, fingendo di sentirti la febbre.

"Come scotta !!!", tu ridi, ti bacio sulla bocca.

"Non hai paura di prendere anche tu la febbre ?" mi chiedi.

"Spero di sì" rispondo "così resteremo a letto insieme per un bel po' !".

"Cretino, e chi prepara da mangiare ?". Ci abbracciamo, entra qualcuno ...

Vedi, il vantaggio dell'email rispetto alle lettere su carta è che se ti commuovi leggendo, non si spande l'inchiostro: al massimo asciughi la tastiera con un cleenex, come sto facendo io adesso, di nascosto ...