mercoledì 4 gennaio 2006

Transire / 1.

I.


Era successo tutto così in fretta, che ancora non riusciva a crederci. Chiuse le palpebre e passò delicatamente l'indice, prima su una, poi sull'altra. Sentì sciogliersi i grumi di sonno che si erano accumulati in quelle due notti magiche, passate a parlare con lei. Un pensiero lo turbò: ancora una volta era di fronte a un rapporto "virtuale". Occhi mai visti dal vivo, mani mai toccate, voce ... quella sì, per telefono, una sola volta. Emozionata, ma non troppo. Vite che s'intrecciavano. Più che vita, anima: lei era entrata nella sua come un ciclone, una fiammata, un colpo di vento, una sequenza di note di un raro strumento musicale, allegro e maestoso al tempo stesso. E lui era entrato nella sua ? Sembrava proprio di sì. Come si fa presto a volare, quando si desidera volare. Bisogna essere anche fortunati, però. E lui si sentiva fortunato, ancora una volta. Per aver trovato quella persona, quel tipo di persona. A meno di un grosso errore di valutazione. Certo, come no, poteva essere tutto falso, simulato, costruito ... Certe situazioni idilliache possono crollare da un momento all'altro: basta dubitare della loro realtà. Scacciò quest'ultimo pensiero contrario dalla mente e restò in ascolto. Sentiva i battiti del cuore, e cercava di cogliere quella magia, quella straordinaria verità che si annida fra un battito e l'altro. Pensò che in quel momento anche lei poteva sentire le stesse sensazioni: forse stava pensando gli stessi pensieri ... Pensò che l'anima esiste davvero, che fa parte del Cosmo, che non è costretta dentro questi nostri miseri corpi, che esistono in luoghi lontani, diversi, che si affacciano a sponde di mari diversi senza cogliere il moto dell'onda che uguale parte da un mare e li percorre tutti, tutti con lo stesso moto alternativo, allegro, vitale. Tornò in sé. Si guardò intorno e decise di uscire.