Sembrava strano quel risveglio, come una nota dissonante in una discreta melodia, come un sasso sporco in un torrente di montagna. Eppure era tutto come al solito: la sveglia, tenue chiarore in casa, caldo sotto le coperte, freddino appena fuori.
Fece quello che faceva ogni mattina, più o meno nel solito ordine: non era un tipo metodico, ma non amava molto le novità nelle piccole cose. Spento luci e gas, chiusa l'unica finestra che di solito apriva per guardare fuori (come se volesse anticipare la giornata con uno sguardo), uscì.
La tazza della colazione era rimasta sul tavolo: poco male, l'avrebbe lavata stasera, insieme con i pochi piatti della cena, tanto sarebbe stato solo.
Ieri era stato diverso, aveva cenato con la sua ex-moglie. Era in realtà la sua seconda ex-moglie. Certi errori si ripetono - si ripeteva. Ma non allo stesso modo, erano storie diverse. Lei non aveva voluto andare a cena fuori: "Vengo io da te, cuciniamo qualcosa" aveva detto, con quel tono che lui ben conosceva, quello che non ammette repliche. Così era arrivata, bella come sempre, bionda come non mai. "Oggi sono andata a farmi i capelli" era la prima cosa che gli aveva detto. Ogni volta che voleva sentirsi bella e rinnovata cercava di andare dal parrucchiere. Così come ogni volta che era nervosa si metteva a pulire il bagno. Prima, cioè: quando era ancora sua moglie. (... continua ...)