Venere assurda nelle tue pretese
non ridi e non arrivi a fine mese:
tacciono i venti, i mari e le stagioni
e i giorni tuoi si fan sempre più lunghi.
Gran chiasso e confusione nella mente
vestita d'esteriorità fra quella gente
con gesti esibizioni plateali
d'un angelo rimasto senza ali.
Non posso darti aiuto né curare
quello che porti dentro come un male.
Non posso darti niente, né sperare
di comprender l'inferno che ti assale.
Rimango come sole alla campagna
che la scalda in silenzio e l'accompagna.