Non c'è niente che valga l'appena,
misterioso atomico tempo
che svanisce nell'acqua pesante.
Una ruga, una crepa del vento
porta un'eco d'istante distante
mentre muto là mento in lamento.
Sotto sotto c'è sempre la sabbia
e una sola ne resta di magma,
alternando eruzioni a erosioni.
Getto l'ancora ancora e mi fermo,
pongo pongo in plastica posa:
ricreazione, intervallo e qui cesso.
Di cammelli e di crune del lago
non c'e traccia nel vecchio ellepì
della band ana-illogica e country.
Tiri tiri, ma io mi ritiro,
me ne vado, mi faccio da parte,
non avendo né arte né carte.