piove
piove acqua di tempo
acqua fredda di niente
e rumori
fuori
piove
e dentro
passa e non sai perché
passa e come
acqua sul balcone
sul tetto e per strada
cade e se ne va
rimane
un freddo
di pioggia
vana
giovedì 23 dicembre 2010
dietro
Suonano spesso le campane, qui. Per segnare il tempo che se ne va. O forse quello che viene. Chissà.
L'inverno concilia il sonno. Non quello della ragione, quello dei sensi. La ragione, quando c'è, serve. Serve a non sentirsi alla fine della storia. No, non ancora.
Poche cose vanno bene, ma quelle poche contano. Quando si naufraga, ogni legno è buono per fare da galleggiante. Isole, se ne trovano, a saperle cercare. L'importante è che nessuno sappia dove sono.
L'importante è lasciarsi il mare immenso, dietro.
L'inverno concilia il sonno. Non quello della ragione, quello dei sensi. La ragione, quando c'è, serve. Serve a non sentirsi alla fine della storia. No, non ancora.
Poche cose vanno bene, ma quelle poche contano. Quando si naufraga, ogni legno è buono per fare da galleggiante. Isole, se ne trovano, a saperle cercare. L'importante è che nessuno sappia dove sono.
L'importante è lasciarsi il mare immenso, dietro.
venerdì 3 dicembre 2010
sabato 23 ottobre 2010
Aspettandoti
Ti avrei aspettata, sì, quasi per sempre, in questa notte di luna piena, piena di speranza sciolta nella nebbia della disperazione.
Come il passo di un gatto, cadenzato con irregolarità, sentivo il tuo battito, vicino benché lontano.
Silenzi, presenze. Non c'è parola che possa dire il cuore d'un uomo, che cosa contiene. Non c'è forma sufficientemente adeguata alla sostanza. Non c'è.
Il domani non conta. A volte confonde. Non so dirti la potenza del sentimento che a te mi lega, e invece ogni volta ci provo. Non è mai troppo grande, non è mai troppo. Ne voglio ancora di più, ogni giorno.
Sono ancora qui, che aspetto. Perché so che non deluderai il mio cuore. Un bacio. O qualche milione, chissà. Per un istante ci siamo incontrati. Per sempre. Amore.
Come il passo di un gatto, cadenzato con irregolarità, sentivo il tuo battito, vicino benché lontano.
Silenzi, presenze. Non c'è parola che possa dire il cuore d'un uomo, che cosa contiene. Non c'è forma sufficientemente adeguata alla sostanza. Non c'è.
Il domani non conta. A volte confonde. Non so dirti la potenza del sentimento che a te mi lega, e invece ogni volta ci provo. Non è mai troppo grande, non è mai troppo. Ne voglio ancora di più, ogni giorno.
Sono ancora qui, che aspetto. Perché so che non deluderai il mio cuore. Un bacio. O qualche milione, chissà. Per un istante ci siamo incontrati. Per sempre. Amore.
sabato 18 settembre 2010
Fra i rami
Vento fra i rami
rumore antico
infuria
voce che porta
parole segrete.
Lo scorrere piano dell'acqua
irregolare
continuo.
Lo sguardo si allunga infinito.
Serenità di un momento.
rumore antico
infuria
voce che porta
parole segrete.
Lo scorrere piano dell'acqua
irregolare
continuo.
Lo sguardo si allunga infinito.
Serenità di un momento.
venerdì 3 settembre 2010
Oggi
Il cigolio ossessivo dell'altalena.
Discorsi di persone molto impegnate in attività assolutamente futili.
Brandelli di conversazioni telefoniche.
Passi di corsa.
Passetti di cani.
Voci.
Il tempo inutile disperso al vento.
Discorsi di persone molto impegnate in attività assolutamente futili.
Brandelli di conversazioni telefoniche.
Passi di corsa.
Passetti di cani.
Voci.
Il tempo inutile disperso al vento.
lunedì 12 luglio 2010
martedì 8 giugno 2010
Giugno
Papaveri e fiori di campo, erbacce,
più in là gli ulivi ordinati,
quasi puliti, eterni, immobili.
Ogni folata di vento porta odori di terra d'estate calda,
riflessi di cielo luminoso.
E l'aria non sa di tramonto: il sole è fermo nel cielo
e il tempo resta pigro di pensieri sciolti
come cavalli pazzi di libertà,
selvaggi.
più in là gli ulivi ordinati,
quasi puliti, eterni, immobili.
Ogni folata di vento porta odori di terra d'estate calda,
riflessi di cielo luminoso.
E l'aria non sa di tramonto: il sole è fermo nel cielo
e il tempo resta pigro di pensieri sciolti
come cavalli pazzi di libertà,
selvaggi.
giovedì 3 giugno 2010
Come una volta
Più guardo il calendario e più divento triste.
E m'è piovuto il cielo sulla testa e non lo so perché.
Mi specchio nei tuoi occhi che si specchiano nei miei
e poi m'invento storie e vani ritornelli senza senso
per ammazzar la nostalgia, per vederti sorridere
per una volta ancora amor
come una volta.
E m'è piovuto il cielo sulla testa e non lo so perché.
Mi specchio nei tuoi occhi che si specchiano nei miei
e poi m'invento storie e vani ritornelli senza senso
per ammazzar la nostalgia, per vederti sorridere
per una volta ancora amor
come una volta.
sabato 22 maggio 2010
Quel che mi resta
Non lo so quanto mi resta ormai
da bestemmiarmi ancora questa vita.
Ho avuto tanto, non ho avuto niente.
Volti e parole di fin troppa gente,
nuvole e pensieri, e gran giorni di sole.
Quello che sento dentro
nessuno potrà mai saperlo, ed io
quello che senti tu nemmeno.
Soltanto immaginarlo, e poi con te
sognarlo.
Calore, luce, non c'è altra storia
di quella storia che mi porto dentro:
a forza di combattere, morire combattendo.
Ho avuto tanto, non mi resta niente.
da bestemmiarmi ancora questa vita.
Ho avuto tanto, non ho avuto niente.
Volti e parole di fin troppa gente,
nuvole e pensieri, e gran giorni di sole.
Quello che sento dentro
nessuno potrà mai saperlo, ed io
quello che senti tu nemmeno.
Soltanto immaginarlo, e poi con te
sognarlo.
Calore, luce, non c'è altra storia
di quella storia che mi porto dentro:
a forza di combattere, morire combattendo.
Ho avuto tanto, non mi resta niente.
giovedì 13 maggio 2010
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lunedì 3 maggio 2010
E d'improvviso
Non si può
essere sé stessi e altri
se per altri si vive
più che altro.
Si passa e non si guarda
dove mettere i piedi.
E d'improvviso
un tonfo che dirà:
è finita.
essere sé stessi e altri
se per altri si vive
più che altro.
Si passa e non si guarda
dove mettere i piedi.
E d'improvviso
un tonfo che dirà:
è finita.
domenica 25 aprile 2010
mercoledì 21 aprile 2010
Nient'altro
Come canto d'uccello a primavera
resterò fermo nell'aria
giusto il tempo sufficiente.
Poi sarò vento
che scompiglia i capelli
che spegne candele
che increspa le onde del mare.
Poi sarò luce
che arrossa i tramonti
che scalda, che taglia
e ferisce negli occhi.
Nient'altro.
resterò fermo nell'aria
giusto il tempo sufficiente.
Poi sarò vento
che scompiglia i capelli
che spegne candele
che increspa le onde del mare.
Poi sarò luce
che arrossa i tramonti
che scalda, che taglia
e ferisce negli occhi.
Nient'altro.
mercoledì 7 aprile 2010
domenica 4 aprile 2010
Pasquanera
Ne cielo si addensa
il ghiaccio del mondo.
Ritorna, ripensa
non grida, ma invita.
Di pranzi abbondanti
soltanto per pochi,
di fame stridente
per tutti.
Ripiego me stesso
ri-prego.
il ghiaccio del mondo.
Ritorna, ripensa
non grida, ma invita.
Di pranzi abbondanti
soltanto per pochi,
di fame stridente
per tutti.
Ripiego me stesso
ri-prego.
lunedì 22 marzo 2010
mercoledì 17 marzo 2010
lunedì 15 marzo 2010
Aspettavo Te
Non so dire da quando. Non so dire per quanto. Non so nemmeno dire se me ne sono reso conto. Forse no. Sicuramente no.
Aspettavo te. Stagione dopo stagione, una delusione dopo l'altra, un tentativo dopo l'altro. Niente sembrava fermarsi.
Aspettavo te. Amori, non Amore. Brancolavo nella luce, peggio che nel buio. Non sapevo, non sapendo di non sapere.
Aspettavo te. Dolori grandi e piccoli, quotidiani malumori. Inoddisfazioni puntigliosamente inseguite, ripetute. Maniacalmente ricercate.
Aspettavo te. Ora sei qui, e voglio dirti soltanto una cosa: aspettavo Te.
Aspettavo te. Stagione dopo stagione, una delusione dopo l'altra, un tentativo dopo l'altro. Niente sembrava fermarsi.
Aspettavo te. Amori, non Amore. Brancolavo nella luce, peggio che nel buio. Non sapevo, non sapendo di non sapere.
Aspettavo te. Dolori grandi e piccoli, quotidiani malumori. Inoddisfazioni puntigliosamente inseguite, ripetute. Maniacalmente ricercate.
Aspettavo te. Ora sei qui, e voglio dirti soltanto una cosa: aspettavo Te.
giovedì 11 marzo 2010
Geek headaches
Sistemato il template, "grazie" ad Altervista che non mi serviva più le immagini!
Non ho parole! Vergogna!
Non ho parole! Vergogna!
mercoledì 10 marzo 2010
sabato 13 febbraio 2010
Notte di Samba lentino
Notte di Samba lentino
non capelli sul cuscino,
ma ti penso con ogni senso
come un poeta melenso.
Io non so pescar con ami
né portare pesci a rete,
compro quasi tutto a rate
non ho storie seminate.
Ed allora questa notte
ballo il Samba un po' lentino
che mi fa sembrar cretino
e poi dormo sul cuscino.
Nel silenzio della noce
mai nessuno metto in croce.
Vivo, sento, e poi rifletto
e rimango sol soletto.
Quando il sole sorgerà
sempre qui mi troverà
dentro a questo mio mestesso
che mi piace com'è adesso.
Spero infine che il destino
ripiegandosi un pochino
possa fare da padrino
al mio Samba un po' lentino.
non capelli sul cuscino,
ma ti penso con ogni senso
come un poeta melenso.
Io non so pescar con ami
né portare pesci a rete,
compro quasi tutto a rate
non ho storie seminate.
Ed allora questa notte
ballo il Samba un po' lentino
che mi fa sembrar cretino
e poi dormo sul cuscino.
Nel silenzio della noce
mai nessuno metto in croce.
Vivo, sento, e poi rifletto
e rimango sol soletto.
Quando il sole sorgerà
sempre qui mi troverà
dentro a questo mio mestesso
che mi piace com'è adesso.
Spero infine che il destino
ripiegandosi un pochino
possa fare da padrino
al mio Samba un po' lentino.
venerdì 12 febbraio 2010
Il caciucco del gòlgota
C'inerpicammo per la ripida costa del monte. Presto ci mancò il fiato. Il flauto, invece, ci mancava da sempre. Ci fermammo per recuperare un po', e fu proprio in quel momento che lo vedemmo apparire, là, fra le frasche degli alberi di leccio e di ontano, là lontano: il caciucco del gòlgota! Maestoso, imponente, sublime. Indescrivibile. Infatti non possiamo descriverlo. Soltanto riportarne qualche sensazione, così, senza azione. Non provammo paura, piuttosto sgomento, al di sotto del mento. Non provammo stupore, piuttosto gratitudine: sì eravamo grate, Anna e io, come di un tombino. Non capita tutti i giorni di poterlo ammirare, il caciucco del gòlgota, e nemmeno a giorni al Terni. Una volta a settimana? Macché! Una volta nella vita, o nella vite, come dice il bullone. Restò per un infinito attimo a guardarci, o forse ci sembrò che ci guardasse. Poi si voltò e si allontanò! Oh no! Non avevamo avuto il tempo nemmeno di scattare una foto, anche perché per la nostra macchina fotografica "scattare" era un verbo alieno. Quell'esperienza ci restò nel cuore come un embolo. Ritornammo presto a valle. Valle a raccontare certe cose!
martedì 9 febbraio 2010
L'ultimo Moby Dick
Robin Hood sei andato al rogo,
morto -chissà- per un salasso
di buona volontà.
Si nasce ormai satolli
di questo stare insieme
che puzza di sudore delle ascelle.
Nessuno sa perché
rubare il pane dei fratelli
si fa per noia ormai.
Il mare è calmo:
l'ultimo Moby Dick venne arpionato
e giace sulla schiena senza fiato.
morto -chissà- per un salasso
di buona volontà.
Si nasce ormai satolli
di questo stare insieme
che puzza di sudore delle ascelle.
Nessuno sa perché
rubare il pane dei fratelli
si fa per noia ormai.
Il mare è calmo:
l'ultimo Moby Dick venne arpionato
e giace sulla schiena senza fiato.
martedì 2 febbraio 2010
Giocando ai dadi
Della mia tenda
gli orli aggiorno,
abbeverando gli occhi
a questo cielo.
E perdo il mio tempo
giocando ai dadi
col Tempo.
gli orli aggiorno,
abbeverando gli occhi
a questo cielo.
E perdo il mio tempo
giocando ai dadi
col Tempo.
venerdì 29 gennaio 2010
Il piatto - Minidramma in due Atti
Il piatto - Minidramma in due Atti
Personaggi e interpreti:
Il Grande Nonsense (GN) | La Vita |
Il Grande Freddo (GF) | La Solitudine |
Il Grande Buio (GB) | La Morte |
Atto Primo - Il piatto vuoto
Interno, giorno. I Tre Personaggi sono seduti intorno a un tavolo, e stanno sorseggiando il tè.
GF: Sono stato a trovarlo, in questi giorni; stava seduto a tavola, davanti a un piatto vuoto. Gli ho parlato ma non mi ha risposto. Sembrava troppo preso dai suoi pensieri...
GN: Io lo conosco da molti anni, quasi cinquanta direi. So che ha passato brutti momenti, e so che ha avuto la forza di risollevarsi. Stavolta però lo vedo diverso, strano. Come se non volesse più imbracciare le armi e combattere. Sembra che stia facendo una specie di contabilità del dare-avere.
GF: Già, ripeteva sempre la stessa frase: 'Sono in rosso, sono sempre stato in rosso'. Chissà che cosa voleva dire.
GB: Forse è arrivato il momento che io vada a prenderlo.
Il GB si alza e si dirige verso la porta, seguito dagli altri due Personaggi.
Sipario.
Atto Secondo - Il piatto pieno
Interno, notte. I Tre Personaggi rientrano dalla porta, il GB per ultimo. Restano in piedi in silenzio per un pò, poi il GF sbotta.
GF: Ma guarda che roba! Mangiava cosí di gusto che non ci ha neanche sentiti entrare.
GN: Qualcuno deve averlo aiutato, non può aver fatto tutto da solo. Voglio dire: la spesa, cucinare...
GF: Già, anche il vino! Dopo quel bicchiere, come ha detto? 'Ora il mio spirito è soddisfatto'. Mah, lo spirito, il vino...
GB: Un altro viaggio a vuoto, accidenti a voi!
Il GB si gira di spalle.
Sipario.
© 9 ottobre 2003
domenica 24 gennaio 2010
lunedì 18 gennaio 2010
Mimose
Sono già fiorite le mimose, quest'anno. Inutile dare tempo al tempo. Il crudele fiore del Carnevale sta passando, oppure è già passito.
Coriandoli di vita si alternano a notti buie e troppo lunghe. Ho sognato, soprattutto incubi. Non riposa la mente, mentre gira, e gira, e gira...
Le tue mani, o le mie, non ricordo, stringevano attimi. Dolcemente, inutilmente.
La Felicità resta inafferrabile.
Coriandoli di vita si alternano a notti buie e troppo lunghe. Ho sognato, soprattutto incubi. Non riposa la mente, mentre gira, e gira, e gira...
Le tue mani, o le mie, non ricordo, stringevano attimi. Dolcemente, inutilmente.
La Felicità resta inafferrabile.
sabato 16 gennaio 2010
Oggi
Oggi c'è il sole. Ho appena mezz'ora per scrivere qualcosa. Perdo sempre le mie battaglie contro il tempo. Farò le solite cose, o forse altre. Non importa. Nulla importa ormai più di tanto. Ho superato la soglia. Il dolore mi fa compagnia. La testa è sempre piena di cose inutili, dannose. Non c'è più spazio per metterci me stesso. Si può vivere per anni, così, avvelenati dentro. Ogni giorno si muore un pezzetto, ogni giorno un po' di più. Gesti quotidiani, senza senso. Tempo scaduto.
Oggi c'è il sole.
Oggi c'è il sole.
venerdì 1 gennaio 2010
No comment
Leggo poco, leggo tanto, ma soprattutto cerco di leggere dentro di me. Non mi fermo alla superficie delle cose, nemmeno a quella delle persone.
È calda la pelle, a volte fredda. Sulle guance, sul viso si fermano ghiaccioli e fiumi di lava. Sulle mani si trovano estuari del nulla, romanzi.
La cosa più difficile resta cogliere il battito del cuore senza caderci dentro. Un lieve soffio.
E la mente, se osservi bene, si vede agitarsi dagli occhi, si sente sulle labbra, profuma attraverso i movimenti delle gambe e dei piedi.
Se rispetti davvero la vita, non puoi aggiungere niente.
No comment.
È calda la pelle, a volte fredda. Sulle guance, sul viso si fermano ghiaccioli e fiumi di lava. Sulle mani si trovano estuari del nulla, romanzi.
La cosa più difficile resta cogliere il battito del cuore senza caderci dentro. Un lieve soffio.
E la mente, se osservi bene, si vede agitarsi dagli occhi, si sente sulle labbra, profuma attraverso i movimenti delle gambe e dei piedi.
Se rispetti davvero la vita, non puoi aggiungere niente.
No comment.