Saranno questi oggetti senza senso a farmi compagnia, o le giornate mie che brucio come foglie secche al vento. Sarà qualche sapore (pochi) di quelli che davvero (ormai) ricordo: la cioccolata, la birra, il latte bianco.
Decadono col tempo le notizie che i sensi ci portano da quel mondo "di là", oltre la pelle, gli occhi, la bocca. Serve per farci percepire meno dolore nel momento del distacco.
Vite ne ho avute, non ricordo quante. Vita ne ho ancora, a gocce: la vedo spandersi dai piedi come ombra che la sera avanza.
Qualcosa chiama, forse qualcuno. C'è qualcuno là fuori ? Rispondete una buona volta, fate che io sappia: oppure troverò solo silenzio e buio.
Brancolando, non riconosco niente, al di là del mio naso. E pure quello, ormai, più non mi orienta verso il vento d'aprile che una volta schiudeva nuove avventure, e il verde nuovo mi sa come un miraggio.
Tutto si muove, credo, in qualche direzione. Io resterò seduto, là contro quel tronco d'albero, a pensarti (sai, nell'isola del lago).
E senza voce, senza quella luce degli occhi fiordaliso nei tuoi verdi specchiati, sarà come un addio.