martedì 24 maggio 2005

Il quadernetto

Uscì di fretta dall'ufficio. Era impaziente. Come ogni volta che si vedevano, quasi ogni settimana. Non era un appuntamento, ma un'abitudine, una dolce abitudine. Non ricordava nemmeno come e quando avevano iniziato: doveva essere successo quasi per caso, così come per caso succedono molte cose davvero importanti nella vita.


Prese il tram, in direzione della periferia, non molto affollato a quell'ora. Preferiva uscire una mezz'oretta prima, per non doversi trovare fra la calca delle persone stanche e sudate che tornavano a casa la sera. Il pensiero tornò subito al luogo dove di solito si incontravano e dove appunto era diretto. Un vialone alberato, anonimo, con marciapiedi polverosi, foglie ingrigite dal traffico, un discreto rumore. Un piccolo bar contrassegnava la fermata a cui sarebbe sceso. Contò gli scambi su cui quel tram passava traballando, e pure con la sicurezza di aver fatto mille e mille volte la stessa strada, portando avanti e indietro sempre la stessa gente. Finalmente arrivò l'incrocio, la curva, il vialone. Scese quasi senza rendersene conto. Si avviò verso il baretto, ma non entrò. Salvo nelle brutte giornate di pioggia o vento, si incontravano all'aperto. C'era un giardino, lì davanti, uno di quei giardini con i giochi per i bambini: lo scivolo, l'altalena, i tuboni colorati e le scalette di corda. A quell'ora non c'erano più né mamme né bambini. Però era sufficientemente trafficato di pedoni in transito da non essere pericoloso.


Lei arrivò dopo un po', in macchina. Scese, si salutarono affettuosamente e come al solito lei tirò fuori dalla borsa un quaderno, da cui sbucava anche qualche foglio staccato. Lui sorrise. La guardava e avrebbe voluto .. non sapeva bene, forse divorarla, forse fondersi .. Non fece nulla di tutto ciò: si limitò ad aprire il quadernetto alla pagina che lei gli porgeva, stando attento a non far cadere i fogli staccati. Senza parlare, si tuffò nella lettura. Beveva le parole tutte d'un fiato, come si fa con un liquore forte. Lei aspettava quieta, quasi trattenendo il respiro. "Sei magnifica !" commentò lui. Poi le diede i fogli di bloc-notes che teneva in tasca, ripiegati in due. Lei li mise subito nella borsa, come fosse un regalo prezioso da scartare con calma, più tardi, da sola. "Riportameli, la prossima volta !" lui le disse. Lei si mise a ridere: "Puoi scordartelo !". Lui sorrise, fra i denti: "Disgraziata !". Si scambiarono poche frasi, come poche o poco importanti erano le novità della loro vita quotidiana.


Lei salì in macchina e si allontanò scomparendo velocemente nel traffico. Lui riprese il tram, nella direzione opposta a quella da cui era venuto. Trovò perfino posto a sedere. Aveva il quadernetto fra le mani e leggeva, leggeva .. il suo sguardo si perdeva nella scrittura di lei, minuta, femminile, un po' nervosa a tratti. La sua fantasia prendeva il largo dietro a quello stile che aveva conosciuto e riconosciuto e amato fin dalla prima volta che lo aveva incontrato.