Viaggio sopra un'amante immaginaria, ma non troppo.
Tatto.
Ti bacio l'unghia dell'alluce,
la caviglia,
poi salgo
lungo il polpaccio
e l'interno della coscia
e poi più su,
le mie labbra
a toccar
le tue grandi labbra:
intensa,
breve tortura.
Sfiorandoti la pancia,
attraverso
la curva pianura
sotto cui batte
il tuo adorato cuore.
Le spalle,
il collo:
mi fermo
con un bacio lungo,
un brivido.
La guancia
sento
sotto la mia guancia,
e poi la bocca,
il naso,
il mento tuo:
volo sugli occhi,
sulla fronte atterro,
con le mani leggere
le tue spalle afferro.
Scendono sulla schiena,
approdano al sedere
che tanto ispira
il mio sensual volere.
Olfatto.
L'odore tuo,
gli odori
che da lontane sponde,
da nascosti e sensuali anfratti
ho imparato a conoscere,
entrano nella mente
e successivamente
dalle narici al sangue.
Scavando fra banali e finti
bagnoschiuma
e deodoranti estivi,
trovo le tue fragranze vere,
fortemente ataviche
e m'inebrio
di folle desiderio.
Gusto.
La lingua
ad affamarmi
del tuo corpo
invita:
sull'inguine,
sul collo tenero
e infine fra le dita,
a cogliere sapori
delicati e buoni,
finché la bocca tua
tutti li scioglie
e li rimanda a me,
fra schiume di saliva.
Udito.
Con gli occhi chiusi
e i sensi intorpiditi,
sento la voce tua
che canta
e come una sirena
ogni volta
m'incanta.
Entra nelle mie orecchie
il dolce suono
e scende nella schiena,
a ricordarmi il riso
e le parole
appena sussurrate
nelle sere d'estate:
un'estasi che vibra
e il desiderio accende
d'udire ancora
di te, sopra di me
le onde.
Vista.
Splende il tuo corpo,
come un unico lampo
nella penombra della stanza
e penetrano
le tue stupende forme
ad ammaliarmi le pupille,
a carezzarmi
il desiderio che di te
mi accende.
La luce nei capelli
gioca riflessi
mimetici di amplessi.
Dentro i tuoi occhi
tuffarmi è desiderio
che sale e non si placa,
e torno a guardarti
dal magnifico esterno
del tuo corpo
che promette e nega,
e nella superficie
della tua splendida pelle
il mio desiderio
annega.