martedì 31 maggio 2005
Luce
ma ti fermi rispettosa
se qualcuno ti ferma.
Doni la vita,
colorata e bella,
con la tua assenza
fai nascere sogni
e amori
e infinite paure.
Ti dai e ti neghi
con la stessa
splendente
leggerezza
e potenza.
Senza di te
mi mancherebbe l'aria:
LUCE !
lunedì 30 maggio 2005
Finalmente Primavera !
.
Grazie a chi mi ha sostenuto in questa mia "fissazione" letteraria e alle mie fonti di ispirazione !
venerdì 27 maggio 2005
Le nostre strade
È una frase che mi è rimasta dentro, e chissà perché la associo a quell'amica.
giovedì 26 maggio 2005
Un altro "no"
non so vederti,
bella come sei,
mia Solitudine.
E sento il tuo respiro che rincorre
l'anima mia che fugge
e non ritorna
sui suoi passi.
Con forza mi desideri, non sai
se potrai mai raggiungermi,
se al termine del muro
un'altra porta ci sarà.
Mi chiuderò alle spalle
un'altra volta
una lama di buio,
un trasparente grido.
Un altro "no",
delirio universale,
lanciandomi nel vuoto,
un altro "no".
martedì 24 maggio 2005
Il quadernetto
Prese il tram, in direzione della periferia, non molto affollato a quell'ora. Preferiva uscire una mezz'oretta prima, per non doversi trovare fra la calca delle persone stanche e sudate che tornavano a casa la sera. Il pensiero tornò subito al luogo dove di solito si incontravano e dove appunto era diretto. Un vialone alberato, anonimo, con marciapiedi polverosi, foglie ingrigite dal traffico, un discreto rumore. Un piccolo bar contrassegnava la fermata a cui sarebbe sceso. Contò gli scambi su cui quel tram passava traballando, e pure con la sicurezza di aver fatto mille e mille volte la stessa strada, portando avanti e indietro sempre la stessa gente. Finalmente arrivò l'incrocio, la curva, il vialone. Scese quasi senza rendersene conto. Si avviò verso il baretto, ma non entrò. Salvo nelle brutte giornate di pioggia o vento, si incontravano all'aperto. C'era un giardino, lì davanti, uno di quei giardini con i giochi per i bambini: lo scivolo, l'altalena, i tuboni colorati e le scalette di corda. A quell'ora non c'erano più né mamme né bambini. Però era sufficientemente trafficato di pedoni in transito da non essere pericoloso.
Lei arrivò dopo un po', in macchina. Scese, si salutarono affettuosamente e come al solito lei tirò fuori dalla borsa un quaderno, da cui sbucava anche qualche foglio staccato. Lui sorrise. La guardava e avrebbe voluto .. non sapeva bene, forse divorarla, forse fondersi .. Non fece nulla di tutto ciò: si limitò ad aprire il quadernetto alla pagina che lei gli porgeva, stando attento a non far cadere i fogli staccati. Senza parlare, si tuffò nella lettura. Beveva le parole tutte d'un fiato, come si fa con un liquore forte. Lei aspettava quieta, quasi trattenendo il respiro. "Sei magnifica !" commentò lui. Poi le diede i fogli di bloc-notes che teneva in tasca, ripiegati in due. Lei li mise subito nella borsa, come fosse un regalo prezioso da scartare con calma, più tardi, da sola. "Riportameli, la prossima volta !" lui le disse. Lei si mise a ridere: "Puoi scordartelo !". Lui sorrise, fra i denti: "Disgraziata !". Si scambiarono poche frasi, come poche o poco importanti erano le novità della loro vita quotidiana.
Lei salì in macchina e si allontanò scomparendo velocemente nel traffico. Lui riprese il tram, nella direzione opposta a quella da cui era venuto. Trovò perfino posto a sedere. Aveva il quadernetto fra le mani e leggeva, leggeva .. il suo sguardo si perdeva nella scrittura di lei, minuta, femminile, un po' nervosa a tratti. La sua fantasia prendeva il largo dietro a quello stile che aveva conosciuto e riconosciuto e amato fin dalla prima volta che lo aveva incontrato.
venerdì 20 maggio 2005
Ti scriverò
come le mille e mille che ti ho scritto già:
tu puoi lasciarle ad asciugare al sole,
o metterle tutte in quel cassetto là,
dove nascondi altre conchiglie e sassi
che a te la vita inaspettatamente dà.
Mi leggerai, senza farmi sapere
quello che si nasconde nel tuo cuore,
terrai lo sguardo fiero o timido, che vuole
esser capito senza usar parole.
Non t'amo e t'amo, sentimento strano,
che a volte lega ed altre volte scioglie,
ora riceve e ora invece toglie,
e non si cura di terrene voglie.
Capire e non comprendersi,
volersi frequentare oppure arrendersi
alle incompatibilità che nella sorte
ci capita di avere ?
Attendere, lo sai, non è il mio forte.
mercoledì 18 maggio 2005
Il cieco
Come un cieco mi muovo cercando la bellezza. Non quella che trafigge gli occhi, che passa attraverso. La bellezza vera, che sta dentro gli occhi, indugia, si nasconde e poi all'improvviso esce allo scoperto, fulminando chi non aveva fiducia in lei, creando gioia in chi invece l'aspettava.
Interno di una stanza. Penombra: riesco a sentirla, come delle vibrazioni, cupe, a tratti irregolari. Tu sei lì, di spalle. Non mi guardi, ma continui a girarti qualcosa nelle mani: un oggetto piccolo, metallico. Quel piccolo delfino che tenevi appeso alla collanina, quello che ti avevo portato dal mio viaggio in Danimarca.
Mi avvicino. Ora siamo seduti sullo stesso letto, il tuo letto. La trapunta di cotone, pesante, la sento sotto le dita della mano destra. Con la sinistra seguo le pieghe casuali del tuo vestito. Trattieni il respiro, poi mi parli. La tua voce è calda e sottile, quasi un soffio. Leggermente diversa da quella che mi ero abituato a sentire per telefono, durante quelle occasioni quasi rubate in cui ero riuscito a chiamarti. Ma ti riconosco, perché ti conosco. Seguo le onde, irregolari, del tuo discorso. Non mi importa di capirne il senso. Sono come una barca troppo piccola in mezzo ad un mare che solleva onde troppo grandi. Vadi su e giù, gli spruzzi di schiuma riempiono il mio piccolo guscio e vado avanti. Almeno, credo di andare avanti. Il tuo discorso, all'improvviso si ferma. Mare calmo, come appena prima della tempesta. E infatti arriva, l'uragano della tua rabbia, a pretendere chissà quale giustizia dal mio cuore cieco, sordo, ormai staccato dal mondo.
Cado all'indietro sul letto, con un gemito. Ti chini su di me, sfiorandomi il volto con le dita: quelle dita lunghe, nervose, forti, che non conosco: fredde. Restiamo così, senza parlare. Sento il calore della tua presenza accanto a me, come una luce tenue, viola, con riflessi rosa. Luce: sensazione immaginaria, per uno come me.
All'improvviso mi alzo, mi avvicino alla porta, prendo il bastone bianco ed esco. Il giorno mi accoglie coi suoi mille rumori, ignaro della musica che ho appena ascoltato accanto a te, insensibile alla tua bellezza.
martedì 17 maggio 2005
Oggi
Oggi sono "io". E domani ? Domani è quando l'illusione dell'oggi si è fatta "ieri".
venerdì 13 maggio 2005
mercoledì 11 maggio 2005
C'era una volta
Dunque, questo ragazzo vide da lontano una ragazza: era dolce, e disperata. Lui le si avvicinò, ma non tanto: giusto quanto basta per farsi notare, senza spaventare.
Lei lo guardò, e sorrise. Era un sorriso triste, spaurito. Come di chi ha conosciuto la felicità e all'improvviso l'ha perduta, e teme di averla perduta per sempre.
Lui non le sorrise, ma cominciò a parlare. Anche lei rispose. Con quell'aria spavalda e spaurita. Con quella dolcezza nascosta in una scorza dura, come una noce di cocco.
Lui si incantava a respirare il profumo di lei. Ma ogni volta che le si avvicinava troppo, lei fuggiva. Tentò di fuggire a sua volta, il ragazzo. Lei pianse, delusa, in silenzio. Lui si sentiva morire per averle fatto del male, perché si era dimostrato insensibile ai veri pensieri di lei, ai suoi sogni.
Cadde la pioggia. Si alzò la nebbia. Lui tornò a cercarla nel bosco, là dove lei lo aveva portato per la più bella passeggiata della sua vita. La chiamò. Lei rispose, piano.
A volte, nelle giornate di nebbia, se passate in quel bosco, potreste vedere un ragazzo e una ragazza che camminano tenendosi per mano.
martedì 10 maggio 2005
Dove
in un posto dove non serve il costume,
dove non ci sono "strade strette"
e non piove quasi mai,
un posto dove l'anima
è libera di volare
cavalcando ogni soffio di vento,
correre incontro al sole,
stupirsi ancora di fronte
ad un arcobaleno, ad un tramonto,
sussultare al grido di un gabbiano ..
perché è gabbiano,
è onda, e raggio di sole
e soffio di vento
e all'occorrenza è pietra,
sabbia, sassi
e orma dei tuoi passi ..
sabato 7 maggio 2005
Vorrei
una verde distesa di speranza nel futuro,
l'incrollabile roccia della fiducia in te stessa,
la dolce rilassante musica delle onde del mare,
la sabbia fine della spiaggia
su cui ti addormenti,
baciata dai raggi del sole.
Ma soprattutto vorrei
che quello che in me non trovi,
quello che non posso
o non riesco a darti,
possa tu trovarlo
nel corso della vita.
mercoledì 4 maggio 2005
lunedì 2 maggio 2005
Sconfitto mai
Sconfitto sei
non quando piangi
e lacrima il tuo cuore,
sconfitto sei
quando
rinunci a sognare.
domenica 1 maggio 2005
Maggio
Mesi come fossero minuti. Attimi, come fossero una telefonata, rubata mentre lei a casa spreme le arance: sento il rumore in sottofondo. Già, i rumori durano lo spazio di un momento, ma alcune volte portano con sé ricordi che diventeranno eterni. Effimero immortale.
Arriva Maggio, con i suoi profumi, i suoi colori, Maggio che tutto travolge e tutto porta via con sé, Maggio che non guarda e ride, danzando, l'eterno rincorrersi di attimi appena soffiati, respirati, apparentemente uguali ma ogni anno più pesanti e duri, come una salita.
Che ne sa lei di che cosa si agita in un cuore che si dice fratello eppure soffre e a volte fa soffrire .. Come potrei spiegarle sentimenti e vanità, miserie e grandezza, le dolorose sconfitte di chi pure sa di essere il più forte, di fronte all'unico nemico che non si può battere: l'incomunicabilità.
Per sempre o mai più: mistero e dramma che ogni dì ci avvolge.