Il cavallo del Principe galoppò e galoppò e galoppò, come se non esistesse altro che il galoppo, e giunto al limite della sua resistenza depositò il Principe stesso davanti al Plenipotenziario (controllate, si scrive esattamente così), insomma all'uomo insignito dagli Ul del potere di trattare per la Pace.
Il Principe riferì le parole della Regina degli Ivi, e i dignitari del popolo degli Ul si riunirono per decidere. Fu chiaro abbastanza presto che l'unica decisione ragionevole era aderire all'invito della Regina e unire i due regni, anche perché gli Ul erano rimasti privi del loro Sovrano.
Tale messaggio di Pace fu affidato di nuovo al Principe, che lo portasse alla Regina per i necessari accomodamenti formali. Gli Ul nominarono il Principe come loro Rappresentante Supremo, in attesa che fosse ristabilito l'Ordine Sovrano con un nuovo Sovrano, di qualsiasi sesso.
Il Principe stramazzò letteralmente nel giaciglio che gli era stato approntato nella Reggia degli Ul, non prima di aver affidato il suo fedele destriero alle cure degli stallieri di Corte.
La mattina dopo, di buon ora e dopo aver consumato una sostanziosa colazione, il Principe riprese il suo fido destriero e ripercorse la via in direzione del Regno degli Ivi. Il destriero nitrì, ma alcuni storici ritengono che pensasse: cheppalle! ancora!
Arrivato nuovamente alla Reggia degli Ivi, il Principe fu accolto con gran pompa: la Regina gli sorrise e lui riferì l'esito della missione. Iniziarono allora con gran fervore i preparativi per accogliere gli Ul e proclamare finalmente l'unione costitutiva del nuovo Regno degli Ul-Ivi. Al Principe, in quanto futuro Sovrano e anche per rispetto nei confronti del suo cavallo fu risparmiato l'ulteriore viaggio, e il messaggio diplomatico venne affidato ad un Ministro.
Ci volle più di un mese per organizzare il Grande Evento, ma alla fine tutto era pronto: la Città e le Campagne degli Ivi erano bardate a festa, il Cavallo del Principe, strigliato e nutrito, scintillava nella penombra del chiosco con i suoi finimenti tirati a lucido, il Principe era elegantissimo e la Regina più splendida che mai. Entrambi erano ai piedi del palco per accogliere i notabili degli Ul. Accanto al palco, dal lato del Trono della Regina, un misterioso bauletto. Dall'altro lato un Trono simile a quello della Regina era stato predisposto per il Principe.
Arrivarono dunque gli Ul, acclamati da ali di folla. Furono degnamente accolti dalla Regina e dal Principe e presero posto nella Tribuna d'Onore. A quel punto, il Ministro più anziano degli Ivi introdusse il discorso della Regina, la quale iniziò senza ulteriori indugi: "Illustri rappresentanti degli Ul, stimati membri del mio Governo, Principe e non ultimo il mio amatissimo popolo... -ovazione e sventolio di stendardi-
"Oggi è un Grande Giorno -la Regina metteva le maiuscole anche quando parlava- per tutti! Il popolo degli Ul e quello degli Ivi, dopo le tristi vicende che tutti ricordiamo, hanno finalmente deciso di unire le loro forze e di dare vita -la Regina ebbe un lieve giramento di testa, ma subito si riprese- di dare vita al nuovo Grande Regno Unificato degli Ul-Ivi -ovazione-
"In questa felice occasione abbiamo nominato e accettato il qui presente Principe -ovazione- come Re degli Ul-Ivi, il quale mi affiancherà, a Dio piacendo, nel gradito e duro compito della gestione del Grande Regno Unificato". -ovazione- La Regina aprì lo scrigno e ne estrasse una scintillante Corona, abbastanza simile alla propria, che pose in capo al Principe il quale, visibilmente emozionato, si era inginocchiato davanti a Lei.
Passarono le settimane, forse un paio di mesi, e gli improvvisi e passeggeri malesseri della Regina divennero più frequenti, finché fu chiara la causa di quei passeggeri quanto improvvisi malesseri. La Regina riunì ancora una volta la Corte e tutto il popolo, diede ordine che anche i pescatori restassero per quel giorno a terra, e fece il suo discorso a reti unificate:
"Eminenti Signori della Corte, adorato popolo degli Ul e degli Ivi, è giunto il momento che i vostri Sovrani -guardò l'ormai ex-Principe ora Re al suo fianco- che la vostra Regina e il vostro Re vi annuncino questa buona novella: a Dio piacendo e con tutto il tempo necessario per queste cose, avrete presto un Principe Ereditario, o una Principessa". Il popolo era come impazzito. La Corte si alzò in piedi ad applaudire. Tanto fu il gioioso finimondo che ne seguì, che la Regina non riuscì a proferire altre parole. Con un gesto di materna -è il caso di dirlo- benedizione si ritirò, seguita dal suo Re.